La guerra in Ucraina non pare debba terminare a breve, nonostante i proclami in senso contrario di questi giorni che, stando alle notizie veicolate dai media mainstream, in maniera contorta e spesso contraddittoria , paiono prospettare esiti di tregua, se non di pace vera e propria. Quante persone dovranno ancora morire prima che si giunga a porre termine alla mattanza? È del tutto evidente che gli interessi in gioco sono ancora tanti e difficili da sbrogliare, posto che da entrambi i fronti (ma sono davvero soltanto due o sono di più) si invoca una pace giusta, senza spiegare davvero in modo esaustivo in cosa consista questo essere giusta. Nell'altro teatro di conflitto a noi più vicino, in Palestina, le immagini che, sia pure in modo discontinuo e saltuario, ci giungono, ci parlano di una sofferenza infinita inflitta a una popolazione allo stremo; definirlo così è già usare un eufemismo.  Come è possibile tanto complice silenzio da parte di chi potrebbe intervenire per porre rimedio a una situazione intollerabile di gente costretta nel fango, flagellata dal vento e dalla pioggia in tende di fortuna, quando ci sono e reggono alla furia degli elementi, priva del necessario per vivere e potersi curare? Le immagini che pure ci arrivano straziano l'anima, specialmente quelle dei bambini, vittime doppiamente innocenti dell' insensatezza degli uomini. E poi c'è l'elenco delle guerre meno raccontate che pure sussistono in varie parti del mondo, non meno crudeli di queste. Le guerre e la violenza in esse agita non è che l'epifenomeno di quella ingiustizia planetaria che interessa in modo diverso ogni nazione del mondo e che vede i ricchi sempre più ricchi, i poveri sempre più poveri, dove a governare sono élite fameliche interessate a preservare se stesse, disposte, per conseguire questo loro obiettivo, a fare qualsiasi cosa. Questo avviene anche nelle cosiddette democrazie , sempre più sotto scacco da parte di governi che si caratterizzano per sete di potere e insofferenti alle regole e limitazioni sancite da leggi e costituzioni. Neppure il nostro Paese è immune; tutt'altro. Se quanto descritto fin qui è parte del lato oscuro del presente, dobbiamo però ricordare e illuminare anche quello forse meno visibile, apparentemente impotente, costituito da quanti in ogni parte del mondo non hanno mai smesso né intendono abdicare al loro essere uomini e donne di pace, di solidarietà, di fraternità, di umanità. Sono una moltitudine e sono la speranza di un domani diverso, migliore. Dobbiamo crederci e farne parte in modo convinto e fattivo. Buona vita ai miei quattro lettori.

Grazie per aver letto questo articolo.