In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «State attenti a non praticare la vostra giustizia davanti agli uomini per essere ammirati da loro, altrimenti non c'è ricompensa per voi presso il Padre vostro che è nei cieli.
Dunque, quando fai l'elemosina, non suonare la tromba davanti a te, come fanno gli ipocriti nelle sinagoghe e nelle strade, per essere lodati dalla gente. In verità io vi dico: hanno già ricevuto la loro ricompensa. Invece, mentre tu fai l'elemosina, non sappia la tua sinistra ciò che fa la tua destra, perché la tua elemosina resti nel segreto; e il Padre tuo, che vede nel segreto, ti ricompenserà. E quando pregate, non siate simili agli ipocriti che, nelle sinagoghe e negli angoli delle piazze, amano pregare stando ritti, per essere visti dalla gente. In verità io vi dico: hanno già ricevuto la loro ricompensa. Invece, quando tu preghi, entra nella tua camera, chiudi la porta e prega il Padre tuo, che è nel segreto; e il Padre tuo, che vede nel segreto, ti ricompenserà. E quando digiunate, non diventate malinconici come gli ipocriti, che assumono un'aria disfatta per far vedere agli altri che digiunano. In verità io vi dico: hanno già ricevuto la loro ricompensa. Invece, quando tu digiuni, profùmati la testa e làvati il volto, perché la gente non veda che tu digiuni, ma solo il Padre tuo, che è nel segreto; e il Padre tuo, che vede nel segreto, ti ricompenserà».
Tra apparire e essere corre una grande differenza, ne siamo più o meno consapevoli tutti quanti, tuttavia quante persone (e anche noi tra queste?) sono più attente a mettere l’accento sulle apparenze piuttosto che sulla sostanza del loro essere donne e uomini, prima ancora che credenti. Basta sintonizzarsi su un qualsiasi programma tv di intrattenimento, oppure scorrere qualche video su Tik Tok o altri social, o ancora presenziare a certi convegni o iniziative sia pubbliche che private per vedere quanto tutto questo trovi concretezza. Qualcuno potrebbe obiettare: sì, va bene, ma tutto questo cosa c’entra con il vangelo di oggi. Io credo che c’entri, eccome, perché non è che chi si definisce credente possa immaginare di poter vivere a due dimensioni: una per quanto riguarda la vita, diciamo così, ordinaria, di tutti i giorni e l‘altra la dimensione di fede o religiosa. Noi siamo un tutt’uno e se nella vita di tutti i giorni la nostra preoccupazione maggiore è emergere, avere, contare, queste stesse qualità informeranno il nostro agire sia nei confronti dei fratelli che di Dio. Se commedianti siamo, lo siamo sempre e nostra ricompensa saranno gli applausi di circostanza che sempre sono riservati ai cialtroni.