28 mag 2020
TUTTI SIANO UNA SOLA COSA
Scritto da Piergiorgio |
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Gv 17,20-26)

20 Non prego solo per questi, ma anche per quelli che crederanno in me mediante la loro parola: 21 perché tutti siano una sola cosa; come tu, Padre, sei in me e io in te, siano anch'essi in noi, perché il mondo creda che tu mi hai mandato.

22 E la gloria che tu hai dato a me, io l'ho data a loro, perché siano una sola cosa come noi siamo una sola cosa. 23 Io in loro e tu in me, perché siano perfetti nell'unità e il mondo conosca che tu mi hai mandato e che li hai amati come hai amato me.

24 Padre, voglio che quelli che mi hai dato siano anch'essi con me dove sono io, perché contemplino la mia gloria, quella che tu mi hai dato; poiché mi hai amato prima della creazione del mondo.

25 Padre giusto, il mondo non ti ha conosciuto, ma io ti ho conosciuto, e questi hanno conosciuto che tu mi hai mandato. 26 E io ho fatto conoscere loro il tuo nome e lo farò conoscere, perché l'amore con il quale mi hai amato sia in essi e io in loro".

La preghiera di Gesù perché tutti coloro che avrebbero creduto in lui attraverso la testimonianza di chi aveva con lui vissuto, pare una delle preghiere meno esaudite. Ricordo ancora l’estremo dispiacere provato durante una mia visita a Gerusalemme, tanti anni fa, alla Basilica del santo Sepolcro. Era plastica la divisione esistente tra i cristiani; visibile anche nella suddivisione degli spazi e dei tempi per le celebrazioni tra le varie confessioni. Qualche volta ci scappano anche le botte tra di noi, ci disse un frate trentino di stanza proprio lì. È una grave scandalo anche al giorno d’oggi la divisione tra i cristiani. È una contro testimonianza che offriamo al mondo. Molte delle dispute e delle divisioni sorte in passato ci appaiono del tutto anacronistiche, tanto più che sono sempre, o quasi sempre nate dall’alto e per difendere vedute parziale, privilegi o addirittura interessi economico politici. Operare per l’unità è un compito che spetta a tutti noi e l’unità, come detto nella riflessione di ieri non significa uniformità, quanto piuttosto, come amava dire il vescovo don Tonino Bello, convivialità delle differenze. Capacità di stare e operare assieme perché accomunati da interessi comuni. Nel caso dei cristiani gli interessi comuni non possono essere che Cristo e il suo Vangelo da vivere e testimoniare con una vita che calchi le sue stesse orme.

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