Te ne sei andata, amica e sorella carissima, senza che potessimo scambiarci un ultimo saluto, ma sono certo che in qualche modo misterioso, magari con il registro del silenzio che era uno dei nostri modi di stare in relazione
, e che ha intessuto in parte i nostri giorni di cammino assieme, lo abbia fatto, prima di entrare nella luce inaccessibile dove dimora Dio. Da lì amo pensare che continuerai a camminare con me e con quanti hai conosciuto nella tua esistenza terrena, regalandomi e regalandoci il tuo sorriso contagioso che sapeva trasmettere serenità e pace. Ecco, la pace, quella vera, quella che può donare solo il signore Gesù, quella che ha donato ai suoi discepoli timorosi e impauriti incontrandoli per via o nel cenacolo o sulle rive del lago di Galilea, è stata un’altra tua caratteristica che ti faceva speciale. Non una pace a buon mercato, ma una pace continuamente cercata, richiesta, perseguita e che ti aveva portata a sentire dentro di te lo strazio e il dolore di due Popoli che avevi eletto a tuoi figli, per i quali pregavi incessantemente, dei quali condividevi il dolore e la mancanza di fraternità che li contrassegna da troppo tempo: il Palestinese e l’Ebraico. Il tuo cuore era ferito delle loro ferite e sanguinava quanto il loro, ma non hai mai smesso di sperare con loro in una pace vera, quella pace così tanto articolata nelle loro lingue e così poco e ancora minoritariamente praticata. Il tuo sguardo, pur limitato dalle mura del convento nel quale volontariamente ti era rinchiusa, spaziava sul mondo intero. Nulla e nessuno ti era indifferente. Quanto me, e forse anche di più, hai camminato sulle strade polverose del mondo facendoti sorella a tutti, per dire a tutti, con semplicità, senza intrusioni inopportune, con la delicatezza del giardiniere per il quale tutti i fiori sono belli e preziosi, che ti sentivi amata da un Amore grande che ti aveva voluto sua messaggera perché un poco di quell’amore, come balsamo su una ferita, gocciolasse sugli animi assetati. Hai peregrinato con passo di danza, spandendo il tuo profumo; profumo buono, delicato, ed io ho avuto la fortuna grande di essere stato uno di quei tanti ai quali è giunta questa tua fragranza. Grazie suor Chiara. A Dio.