Ultima modifica Venerdì 18 Marzo 2011 11:19
26 ago 2008
Una famiglia bislacca su IL TRENTINO
Scritto da Piergiorgio |
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Dalla fantasia dello scrittore trentino una galleria di personaggi strani

Le storie bislacche di Bortolotti

 

Tra ironia, sarcasmo e comicità così i sogni diventano realtà


Piergiorgio Bortolotti continua la sua singolare tenzone con la parola scritta. Mai stanco, mai sazio di incontri e di storie nella vita vera, continua a tradurre sulla carta i mondi fantastici che lo abitano.

E ci restituisce – romanzo dopo romanzo, in un orgogliosa dichiarazione d’indipendenza anche dai meccanismi editoriali – una galleria di personaggi che lasciano il segno. Una famiglia bislacca, appunto. Tra ironia, sarcasmo e comicità, magari un po’ eccessiva. Anche dolci follie che trasformano i sogni in realtà per cui si è convinti di essere forti, potenti, e ricchi, anche se nella realtà ci si difende dalla fame e dalla miseria. Dalla fantasia di Bortolotti ecco nascere il folle, dolce, insicuro Giado, despota e autoritario, ma anche travolto dalla lettura dei testi rari e antichi. E poi Minicota, volgarità personificata ma fattiva, concreta, audace e Prisca incredula e assolutamente priva di cultura e, ancora, Antonio, che conosce tutte le astuzie di chi ha dovuto cavarsela sempre da solo nella vita. Ma anche tutti gli altri personaggi minori, quali Giuditta, Lupo detto Meza Camisa, Idota, Giuseppe, i genitori, i fratelli, gli zii e le genti di Giado balzano fuori vivi veri, tutti ben caratterizzati, tutti imbevuti di comicità e di un amaro inconsapevole fatalismo. Il tutto sorretto da un linguaggio privo di inibizioni. Forse solo un sano realismo.

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