In quel tempo, uno dei Dodici, chiamato Giuda Iscariòta, andò dai capi dei sacerdoti e disse: «Quanto volete darmi perché io ve lo consegni?».
E quelli gli fissarono trenta monete d'argento. Da quel momento cercava l'occasione propizia per consegnare Gesù. Il primo giorno degli Ázzimi, i discepoli si avvicinarono a Gesù e gli dissero: «Dove vuoi che prepariamo per te, perché tu possa mangiare la Pasqua?». Ed egli rispose: «Andate in città, da un tale, e ditegli: "Il Maestro dice: Il mio tempo è vicino; farò la Pasqua da te con i miei discepoli"». I discepoli fecero come aveva loro ordinato Gesù, e prepararono la Pasqua. Venuta la sera, si mise a tavola con i Dodici. Mentre mangiavano, disse: «In verità io vi dico: uno di voi mi tradirà». Ed essi, profondamente rattristati, cominciarono ciascuno a domandargli: «Sono forse io, Signore?». Ed egli rispose: «Colui che ha messo con me la mano nel piatto, è quello che mi tradirà. Il Figlio dell'uomo se ne va, come sta scritto di lui; ma guai a quell'uomo dal quale il Figlio dell'uomo viene tradito! Meglio per quell'uomo se non fosse mai nato!». Giuda, il traditore, disse: «Rabbì, sono forse io?». Gli rispose: «Tu l'hai detto».
Dove ci collochiamo, senza scuse e senza finzione, sul palcoscenico della vita? Tra quanti, sia pure con non poche difficoltà e tra tentazioni, tuttavia cercano di camminare calcando le orme del Maestro, oppure tra quanti, per convenienza, non esitano a tradirlo nei fratelli, i più poveri e vulnerabili, mercanteggiando per un piatto di lenticchie la loro dignità? Anche oggi, come in ogni tempo, il giusto e l'innocente sono perseguitati a morte senza che si elevi un grido in loro difesa. È negli uccisi in Ucraina, in Palestina, in Congo, nei perseguitati in tante parti del mondo, negli oltraggiati e discriminati qui da noi che il Signore Gesù è nuovamente consegnato in mani omicide e ogni nostro silenzio, ogni nostra mancanza di denuncia e di solidarietà con le vittime è un tradimento anche se magari continuiamo a professarci cristiani e, più che in altri giorni, riempiamo le chiese, così solitamente vuote e deserte, nei giorni del triduo pasquale. Che il Signore Gesù ci mostri, per la nostra salvezza, di che pasta siamo fatti davvero, affinché ci sia permesso convertirci.