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TRA RETORICA E REALTÀ: il possibile piano di pace
Ultima modifica Martedì 30 Settembre 2025 07:09
30 set 2025
TRA RETORICA E REALTÀ: il possibile piano di pace
Scritto da Piergiorgio |
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Nonostante i toni enfatici, tipici peraltro di Trump, l'annuncio di un possibile piano di pace per il Medio Oriente che ponga fine alla mattanza in atto nel territorio di Gaza e ai soprusi in Cisgiordania non può non suscitare speranza.

Definire i 20 punti del plausibile accordo di pace stilati con, a quanto pare, l'accordo di USA, Israele e alcuni Paesi arabi piano di "pace perpetua" è quantomeno presuntuoso, ma si sa, quando la sostanza di una cosa è meno attraente di quanto si vorrebbe apparisse, c'è bisogno di abbellirla, ricorrendo a tutti gli strumenti della propaganda. Al netto delle cose indubbiamente condivisibili dell'ipotetico accordo, quali ad esempio il coinvolgimento di più soggetti quali garanti e compartecipi della attuazione di quanto stabilito, la cessazione delle ostilità, la ricostruzione e la promessa di sviluppo e lavoro per la popolazione palestinese, senza più la minaccia di esodo forzato, l'avvio, come previsto al numero 18, di "un processo di dialogo interreligioso basato sui valori della tolleranza e della pacifica convivenza per cercare di cambiare mentalità e narrazioni di palestinesi e israeliani, sottolineando i benefici che possono derivare dalla pace", e al numero 20 l'inizio "di un dialogo tra Israele e palestinesi per concordare un orizzonte politico di pacifica e prospera convivenza", rimane il fatto che il tutto è dentro una cornice di interessi economici ben definiti (e forse anche personali) di cui saranno beneficiari Trump, Netanyahu e altre personalità del mondo arabo. Non pare che il popolo palestinese in quanto tale sia ritenuto soggetto importante da chi ha redatto tale ipotesi di accordo. Certo, i soggetti interessati a far fallire questo e qualsiasi altro possibile accordo di pace sono molti, sia nel campo palestinese sia in quello israeliano ; pertanto, anche se quello ipotizzato non è indubbiamente esente da aspetti discutibili e censurabili, forse in questo momento è anche l'unico a disposizione per, non certo "la pace perpetua" vantata da Trump, ma quantomeno l'interruzione della barbarie in atto da oltre due anni e l'apertura di credito per un futuro meno dannato del presente, si spera, per quella terra che noi definiamo "santa", ma che in realtà si è mostrata fino ad ora dannata.

Grazie per aver letto questo articolo

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