In quel tempo, Gesù convocò i Dodici e diede loro forza e potere su tutti i demòni e di guarire le malattie. E li mandò ad annunciare il regno di Dio e a guarire gli infermi.
Disse loro: «Non prendete nulla per il viaggio, né bastone, né sacca, né pane, né denaro, e non portatevi due tuniche. In qualunque casa entriate, rimanete là, e di là poi ripartite. Quanto a coloro che non vi accolgono, uscite dalla loro città e scuotete la polvere dai vostri piedi come testimonianza contro di loro». Allora essi uscirono e giravano di villaggio in villaggio, ovunque annunciando la buona notizia e operando guarigioni.
Anche noi tutti siamo inviati nel mondo ad annunciare il regno di Dio e a farlo, come già i primi discepoli, senza insegne di potere, ma come diceva il compianto don Tonino Bello, ma con il potere dei segni. Segni che sono il mandato di guarire e liberare. Forse mai come oggi c’è bisogno di farlo, considerato quanto siano numerose le persone che soffrono e sono prigioniere di infinite situazioni di schiavitù, materiale e spirituale. Viviamo tempi di guerra anche se non ha ancora toccato le nostre contrade. Niente e nessuno però può garantire che non avvenga. Solo l’impegno fattivo e diurno di tutti noi per la pace può offrire delle cianche concrete perché non sia l’odio a prevalere, ma l’armonia, la giustizia, la fraternità e la pace tra persone, tra popoli e tra uomini e l’intero creato. Anche quest’ultimo ha bisogno di essere liberato da ogni tipo di sfruttamento, così che possa essere sempre più casa per tutti i viventi.