È avvenuto un cambiamento antropologico nel popolo italiano? Anche ad uno sguardo superficiale parrebbe di sì. Ci siamo trasformati in ruminanti. Di questi, però abbiamo fatta nostra soltanto una caratteristica: quella della sommaria masticazione e del convogliamento nel primo compartimento gastrico. A differenza dei ruminanti, infatti, non rigettiamo il cibo in bocca, per una seconda e più accurata masticazione.
Questo sembrerebbe il quadro, a giudicare dalla superficialità con cui molte persone, di fronte alle ultime vicende giudiziarie riguardanti il Presidente del Consiglio, hanno reagito. Sovente si tratta delle medesime persone che alzano grida scomposte, sollecitano interventi drastici e misure legislative a tolleranza zero, nei confronti di poveri disgraziati, verso i quali non mancano di ricordare i DOVERI ai quali devono sottostare.
Ipocriti! Nel senso etimologico del termine, ovvero commedianti. Sono sempre loro, quelli dalla doppia morale: una per loro, alquanto lassa, e un’altra per tutti gli altri, specie per i senza potere, che deve essere necessariamente molto rigorosa, altrimenti dove starebbe la differenza, fra sudditi e comandanti? Il virus che ha intaccato la nostra società è un virus letale e tra di noi ci sono persone che lo spargono scientemente a piene mani. Ecco perché è urgente svegliarsi da torpore nel quale siamo precipitati.
Non è più tempo, se mai lo è stato, di stare ad arzigogolare con argomenti volti a sopire, tranquillizzare, cercando di ridurre tutto a melassa. Non è vero che siamo tutti uguali! Tutti comprabili o vendibili, tutti con un prezzo scritto su un cartellino, tutti disonesti, ruffiani e arraffoni. C’è ancora molto di buono in questa nostra società che pare andare a rotoli; molte forze ed energie positive, molte persone che non si lasciano travolgere dal luccichio fasullo del proprio egoistico tornaconto. E questo in ogni settore, ambiente, tra ogni strato sociale.
Allora serve che tutti costoro facciano sentire con forza la propria voce, che si mobilitino per pretendere un cambiamento anche in quanti sono chiamati a rappresentarci politicamente, che esigano con forza e determinazione, che i disonesti si facciano da parte, rassegnino le dimissioni, anche se hanno il consenso della gente. Ci sono situazioni nelle quali il consenso un può essere invocato come giustificazione per rimanere al proprio posto e ci sono situazioni nelle quali si deve avere il coraggio di dire che il re è nudo anche se indossa ancora la corona, perché anche i meno attenti, i più distratti, gli indifferenti, maturino una visione più realistica delle cose.
La verità richiede di essere servita anche se non ha dalla sua parte la maggioranza dell’assenso, perché è lei a farci liberi e non la libertà, intesa come licenza, a farci veri.