19 lug 2013
IRRESPONSABILI
Scritto da Piergiorgio |
Letto 4142 volte | Pubblicato in Il mio blog
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Questa è la storia di quattro individui: Ognuno, Qualcuno, Chiunque e Nessuno, recita l’aforisma di un anonimo. Bisognava fare un lavoro importante e si chiese a Ognuno di occuparsene. Ognuno si assicurò che Qualcuno lo facesse. Chiunque avrebbe potuto occuparsene, ma Nessuno non fece mai niente. Qualcuno s'arrabbiò perché considerava che per questo lavoro Ognuno fosse responsabile. Ognuno credeva che Chiunque potesse farlo, ma Nessuno mai si rese conto che Ognuno non avrebbe fatto niente. Alla fine Ognuno rimproverò Qualcuno per il fatto che Nessuno non fece mai quello che Chiunque avrebbe dovuto fare.

Credo che niente illustri meglio di questa storiella, quanto accaduto oggi e nei giorni passati in riferimento all’espulsione della signora kazaka Alma Shalabayeva e della figlia. L’articolo 95 della nostra Costituzione afferma che “I Ministri sono responsabili collegialmente degli atti del Consiglio dei Ministri, e individualmente degli atti dei loro dicasteri”. Ora, è ben possibile, come ha affermato il Presidente Letta, che come risulta “dalla relazione della polizia emerga l'estraneità alla vicenda del ministro dell'Interno Alfano e degli altri membri del governo” (fonte Reuters), ma questo, se corrispondente al vero, aggrava, anziché diminuire la responsabilità del Governo e quella del ministro cointeressato. Non si capisce poi perché in Italia la richiesta di dimissioni di un ministro debba necessariamente mettere in crisi un intero governo o significare più che la presa d’atto di un dovere derivante dal ruolo ricoperto. “C'è un alibi per tutti fuorché per i normali”, afferma il giornalista Luca Goldoni. La politica italiana ha mancato ancora una volta di saperi mostrare all’altezza delle aspettative di serietà, coerenza, trasparenza richieste dalla gente. Quanto è avvenuto con l’espulsione della signora kazaka e per le modalità, non del tutto, a quanto pare, ancora chiarite, è di estrema gravità e il fatto che il ministro non fosse informato dell’intera vicenda, se così è stato, torna a suo discredito. Responsabilità significa anche sapersi assumere l’onere e non solo l’onore di quanto può derivare da un incarico, sia esso pubblico o privato. Non pare sia così, mediamente per i politici nostrani, che pure non mancano occasione per affermare che sono al servizio della collettività. Risulta difficile convenire con questa loro affermazione, quando appare chiaro anche ai meno attenti, che sono più interessati a conservare la poltrona occupata. E per favore non ci si venga a dire che le dimissioni di un ministro significano il crollo dell’intero Paese, perché non è assolutamente vero. Dovrebbe essere tra le cose ordinarie in un paese normale, ma forse l’Italia non lo è e non lo è mai stata. Si è dimesso un Papa, che pure nel suo ambito conta più di un ministro dell’interno e non è successo il finimondo. Soltanto in Italia può accadere che la richiesta di dimissioni di un ministro, per fatti gravi accaduti in capo al suo ministero, ottenga come risposta una blindatura con rinnovata fiducia all’intero governo e l’esplicito assenso, in tale direzione da parte perfino del Capo dello stato. Cosa contiamo noi cittadini? Poco più di niente, a quanto pare. Il nostro parere e quello di quanti, volendo rappresentare un’opinione pubblica non disposta a coprire ogni possibile vergogna, vale meno di zero, e poi ci si meraviglia della disaffezione nei confronti della politica? Ma per favore, fatevi un bell’esame di coscienza prima di pontificare sui massimi sistemi.

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