Sono stati tanti, frequenti e “universali”, a quanto pare, gli appalusi tributati a Mattarella il giorno del suo giuramento come Presidente rieletto della Repubblica, e per questa ragione, almeno da parte mia, alquanto sospetti.
Si sa che un applauso può essere tributato per tante ragioni. Può essere un plauso di apprezzamento, di incoraggiamento, di liberazione, di canzonatura. Quello dei parlamentari tributato a Mattarella in quale categoria si iscrive? Difficile immaginare che quanto detto da lui, in ogni singolo passaggio del suo discorso potesse andare bene a tutti, e dunque a cosa e perché tanti applausi? Forse applaudivano se stessi per non essere riusciti nel compito che avevano di eleggere un nuovo presidente e di essere usciti da una impasse che non avrebbero saputo come altrimenti risolvere? Oppure a dimostrazione che hanno bisogno di qualcuno che tolga loro le castagne dal fuoco, come si suole dire? Io credo che quel galantuomo di Mattarella non si sia lasciato impressionare da quanto tributatogli con quegli appalusi. Credo sappia bene che molti di quegli applausi non erano sinceri e forse erano strumentali, che probabilmente si troverà ancora a dover far fronte a situazioni di crisi, solo che questa volta non ci sarà di mezzo il semestre bianco ad azzerare il possibile scioglimento delle Camere se dovesse cadere l’attuale Governo. Del Presidente Mattarella ho la massima stima e considerazione, però non riesco ad unirmi al coro di quanti salutano la sua rielezione come un quasi trionfo. Apprezzo il suo essersi messo nuovamente a disposizione del Paese, ma ne vedo anche il limite assai grosso legato al fatto che abbiamo una politica incartata e dei leader politici che tali non sono, dei partiti che non hanno una visione apprezzabile o non ne hanno nessuna, che nel migliore dei casi sono bravi a gestire l’ordinaria amministrazione come un discreto contabile. Intano siamo nelle mani dei tecnici che se anche validi e capaci, non sono espressione degli elettori e nel migliore dei casi rispondono, non tanto alle esigenze della popolazione, ma di ben altre entità: finanza, mercato e lobby varie. Arriveranno tanti soldi dall’Europa a fronte di riforme da fare di non poco conto. Ora qualsiasi riforma, sotto qualsiasi titolo la si voglie iscrivere, c’è modo e modo di eseguirla e non è vero che un modo valga l’altro. Quali potranno essere gli esiti con un Governo che è sostenuto da forze politiche che hanno interessi diversi e sovente contrapposti? I compromessi in politica sono inevitabili e talvolta necessari, ma non sempre sono auspicabili e possibili. Spero vivamente che non siano, quelli che si realizzeranno, dei compromessi al ribasso che hanno come esito il fatto di far pagare sempre i soliti noti. Non pochi indizi fanno supporre che questo sia quanto potrebbe accadere. Se così fosse, sarebbe meglio andare a nuove elezioni? Sì, se potessimo scegliere una alternativa migliore, ma con questi chiari di luna, nei quali tutte le vacche paiono dello stesso colore…