In quel tempo Gesù disse ai suoi discepoli: «Il regno dei cieli è simile a un tesoro nascosto nel campo;
un uomo lo trova e lo nasconde; poi va, pieno di gioia, vende tutti i suoi averi e compra quel campo. Il regno dei cieli è simile anche a un mercante che va in cerca di perle preziose; trovata una perla di grande valore, va, vende tutti i suoi averi e la compra».
In quale regno desideriamo davvero vivere e a quale appartenere? Nel mondo ci sono regni per ogni esigenza, capaci, all'apparenza, di accontentare ogni pretesa umana. C'è solo l'imbarazzo della scelta. Ciascuno di questi regni è governato da capi che ne manifestano le caratteristiche. Anzi, sovente tali regni finiscono per confondersi con i capi che li rappresentano, in una mescolanza tale da impedire quasi di distinguere gli uni dagli altri. Tutti si caratterizzano per alcuni tratti , quali: l'avidità per il potere, per la ricchezza, e la violenza dei forti sui deboli. Fa da padrone il latrocinio, l'indifferenza per chi sta male, l'odio per il diverso, e l'illusione di poter vivere senza mai dover rispondere delle proprie azioni. Allora, in un contesto tutto sommato di morte, si comprende come il regno dei cieli, ovvero lo spazio in cui regna Dio, meglio il Padre rivelatoci da Gesù, sia paragonabile a un tesoro nascosto che deve essere cercato, voluto, desiderato e per il quale si è disposti a liberarsi di qualunque nostra ricchezza, che è solo apparenza, per poterci entrare. Il regno di Dio non è un luogo fisico e non risiede nell'aldilà; inizia qui, in questa nostra vita concreta, ovunque a Dio è permesso essere il Signore uniformandosi all'insegnamento del vangelo, vivendo come Cristo Gesù ci ha insegnato.