Echi di voci smarrite di Piergiorgio Bortolotti ci proietta, come per incanto, in un mondo lontano, rarefatto, fatto della stessa materia dei sogni.
L'autore ci prende per mano e ci conduce nei meandri della sua memoria, in un luogo dove per dirla con Mogol “anche un sorriso può fare rumore”.
L'atmosfera primaverile di maggio, ricca di aspettative, la vita tranquilla ma in fondo stimolante di un paesino, le donne e gli uomini con le loro differenti caratteristiche e disomogenei caratteri.
Personaggi tratteggiati con amore, con uno stile fluido, a tratti elegante anche se mai ridondante. Un tuffo in un passato lontano, ma in fondo sempre presente. Ricordi che riaffiorano come una dolce zavorra della quale non sappiamo e non vogliamo liberarci.
Perché in fondo un po' per tutti le prime esperienze di vita sono quelle che ci accompagnano durante l'intero arco dell'esistenza e che, in qualche misura, segnano il nostro modo di pensare e agire.
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