Ognuno di noi viene da un nido che ci ha visto aprire gli occhi sul mondo. A quel nido ritorniamo coi ricordi e da loro sono nutriti tanti momenti. Se quel nido è stato accogliente, quando ci ha accolti, allora cresciamo sapendo volare verso nuovi orizzonti, cittadini del mondo.
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Ricevi le notifiche via email quando un nuovo intervento viene aggiunto in questa categoria.Sdraiata
supina,
quasi monello
stanco
del gioco,
hai i piedi
infilati
nell’acqua
del lago.
Ti circonda gioioso,
con tenero
abbraccio,
il Monte
alle spalle.
Nelle case
palpita
con forza
il tuo
Cuore.
Mi ha generato una terra
scarsa;
a tratti aspra,
rubata con fatica,
nel tempo,
alla montagna.
Era un giorno imbiancato;
un giorno di freddo,
con poco fuoco
a scaldarmi;
e mia madre.
Con mio padre salito
in montagna,
a far legna,
per avere di che attizzare
e donarci sollievo; tepore,
dentro quell’umile stanza,
che assieme alla cucina,
era il nostro castello.
I miei primi vagiti,
li attutì la neve,
che fuori,
lievitava come una pasta di pane…
Un pane grande,
che avvolgeva le case,
tutto attorno,
cantando per me,
ninna nanna.
Ero come
un piccolo micio
che fatica a camminare
da solo;
che zampetta impacciato,
scivolando un po’ sghembo
Un piccolo, fragile,
gracile micio:
a cui mancava Qualcosa…
… per scorrazzare festoso,
alla scoperta del mondo.
Con poco mi schiantavo:
un rimprovero, una carezza
travisata;
un sussurro vigoroso.
E allora mi staccavo dal suolo…
planando sopra cieli di luce…
Nessuno mi poteva seguire;
neppure lo sgomento,
dipinto sul viso
dei miei genitori,
quando riprendevo colore.
Ma agli dei fui caro
per burla…
Forse volevano,
soltanto impaurire,
chi mi cresceva
con amore.
O forse,
ed è la cosa più vera,
il cibo spoglio di allora,
non bastava a nutrire
il fragile micio che ero.