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Marzo
Letto 2644 volte | Pubblicato in Radici

La neve cedeva un po’ del suo manto

alla terra;

anche il ghiaccio,

ma solo qualche angolo spiccio

baciato dal sole:

quel tanto da farmi sognare.

 

Ascoltavo, rapito,

mormorio di ruscelli rabberciati,

che righiacciavano a sera,

tornando silenti,

ammutoliti dal freddo.

 

Sentinelle indolenti,

annunciavano, pigramente,

primavera.

 

E già correvo a perdifiato

sui prati.

 

I capelli arruffati dal vento,

negli occhi la luce del sole

tornatomi amico,

nel cuore la gioia

repressa già a lungo,

negli orecchi, gorgheggio d’uccelli

innamorati

 

La terra, ridestata alla vita,

ricominciava sanguigna;

veloce;

colorata;

impetuosa.

…E io tornavo, nuovamente, monello.

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