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Letto 2169 volte | Pubblicato in Sono forse io il custode di mio fratello?

Volti che non incontrano volti,

né sorrisi o gesti d’affetto,

solo chiacchiere, ai piani più alti.

E qualche proclama

per tacitare le coscienze.

Solo in basso, tra i semplici,

tra gli umili, i perdenti,

gli sballati, i disfatti,

fioriscono gesti d’ accoglienza

che riannodano fili fraterni.

Rapporti spezzati dagli arroganti

e potenti di sempre,

timorosi di perdere il sudato di sangue

strappato alle vittime ora riverse su spiagge,

come conchiglie vuote, disperse.

I prepotenti innalzano muri, filo spinato;

propagano paure e odi tracotanti.

S’illudono, così, di poter fermare la gente.

Gente che non ha più nulla da perdere,

solo la VITA, ormai da custodire.

La vita valica ogni confine, ostacolo,

barriera, scoglio o mare.

La vita chiede di essere accolta, sempre,

comunque e ovunque.

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