Viste da quassù,
la casa dei casini, al lume di candela,
in questa notte oscura, con poche stelle
in cielo,
sembrano parlarmi …
Narrano di casa mia; quasi una ninna nanna,
che non addormenta il cuore.
Scorgo, attraverso il velo,
di lacrime silenti,
i visi dei mie cari, quello del mio bambino.
La strada che ho percorso,
è stata fin qui in salita …
… Forse sarà domani, o dopo domani ancora,
ma il giorno del mio riscatto,
mi attende laggiù è certo;
è mio convincimento.
Gioverebbe, ora, un the caldo;
un abbraccio consolatore … o anche …
una carezza.
Mi basta questa coperta; ruvida e opprimente.
Grigi e indigeribili, sono anche
i coinquilini.
Bestemmiano per il freddo;
bevono per riscaldarsi.
Siamo un’umanità dolente,
intenti a rosicchiar la vita.
La fiamma della speranza,
piccola lingua di fuoco,
qualcuno ce l’ha nel cuore,
qualche altro, … l’ha ormai smarrita.