Cresceva ora, lentamente,
come si cresce il grano nella spiga,
quel grumo piccolo di vita,
che seminammo un giorno,
assieme,
nel tuo ventre;
come nasconde il seme dentro il solco,
l’autunno il contadino,
aspettando che germogli a primavera.
E trasformavasi il tuo corpo giorno a giorno,
facendoti più bella;
di una bellezza nuova e misteriosa.
E dentro mutavamo anche noi due,
assieme alla creatura,
il cui volto ci era ignoto,
ma già amato tanto,
come il futuro nostro ancor sperato.
Io mi sentivo nuovo e forte molto,
accanto te che custodivi la sua vita,
come uno scrigno che racchiuda un gran tesoro.
…
Poi, venne al fine il giorno tanto atteso.
…
Fu con gran dolore per l’ evento,
che sbocciò, tra lacrime di gioia,
il tuo bambino
e figlio nostro.
Provai quel giorno un gran tormento,
accanto a te,
e una gran gioia.
Se ci ripenso, sento ancora, fremere di dentro,
la vita
come un grande sacramento.