Che l’Europa fosse una unione soprattutto economica e monetaria era noto da tempo, ma ora ne ha dato prova una volta in più nella riunione “informale”, come è stata subito battezzata, tenutasi a Parigi nella giornata di ieri.
La prima cosa che balza all’evidenza di quella riunione è l’assenza di una serie di paesi europei di fatto non invitati. Le differenze di vedute tra quelli presenti alla riunione non sono di poco conto, basta prestare attenzione alla cacofonia delle voci dei leader presenti. La riunione stessa è stata indetta, promossa sollecitata dal presidente francese, Macron, sull’onda di una supposta dichiarazione in vita della stessa Unione, a fronte delle scelte di Trump di avviare colloqui di pace con Putin. Si è così dimostrato, semmai ce ne fosse bisogno, che questa Unione Europea di cui tanto si blatera è più una “espressione geografica”, per scopiazzare lo statista austriaco Klemens Von Metternich, che un soggetto politico autonomo in grado di contare nello scenario mondiale. D’altronde se fosse stata un soggetto politico di spessore certamente avrebbe potuto fare la differenza nel conflitto in corso tra Russia e Ucraina; sia per evitarlo, sia per spegnerlo sul suo nascere. Invece sì è accontentata di mettersi a ruota dell’alleato americano senza mai avere una voce propria che non fosse un copia e incolla di ciò che veniva deciso oltreoceano. Ora che alla Casa bianca siede il narcisista che ben sappiamo, abituato come un buon giocatore di poker a sparigliare le carte, ecco che si palesano tutte le fragilità e le divisioni che paradossalmente tengono insieme l’Unione. Se ha un compito specifico l’Europa, ed è quanto la può ancora salvare, è quello di essere un soggetto di Pace da conseguire attraverso la diplomazia e la capacità di saper proporre un modello di governance mondiale fuori dalla logica imperiale che pare prevalere al giorno d’oggi. Ma per poter divenire questo ha bisogno di essere riformata profondamente, cosa difficile da attendersi. Non avendo una visione di futuro e dei leader in grado di rappresentare tutto ciò, non meraviglia, anche se drammaticamente addolora e inquieta, sapere che i Paesi presenti alla riunione di Parigi, pur divisi sull’invio o meno di truppe in Ucraina, marciano uniti nel perseguire la sola via che con parole talvolta diverse però manifestano in modo univoco e che pare conoscano: la rincorsa alle armi. Tutto come se non avessimo alle spalle le tragedie delle due guerre mondiali… e quelle in corso.
Grazie per aver letto questo articolo.