online casino Malaysia
Sono forse io il custode di mio fratello?

Share to Facebook Share to Twitter Share to Linkedin 

trad

Sono forse io il custode di mio fratello?
Sono forse io il custode di mio fratello?

La risposta di Caino a Dio, che in Genesi risuona come rifiuto all’impegno di responsabilità che l’essere parte della stessa umanità, comporta, è la medesima che è risuonata ininterrottamente nel corso della storia e che tutt’ora risuona, talvolta sinistramente, magari ammantata persino da giustificazioni di carattere religioso. Eppure, a ben guardare, siamo geneticamente fatti per l’empatia: quindi costituiti, predisposti per la compassione; per la comprensione e la solidarietà verso i nostri simili. Segno che l’occuparsi della felicità degli altri, è parte integrante del nostro essere uomini e viene prima ancora di ogni teorizzazione etica o morale.

0 iscritti

Iscrizione alla categoria

Ricevi le notifiche via email quando un nuovo intervento viene aggiunto in questa categoria.

In molti hanno perso finanche

la speranza

non vedono all’orizzonte alcuna

luce

e di promesse vuote sono

stanchi.

Una persona senza occupazione

è come morta

e il vivere è solo un trascinarsi

stanco.

Viene meno il desiderio di esserci

e di contare.

L’ angoscia afferra l’anima

e la sgretola.

Se all’uomo è tolta la grandezza

del plasmare,

che cosa può dar sapore

alla sua vita?

Eppure siamo nati tutti per

creare;

per rendere un giardino questo

mondo.

Lo stiamo tramutando invece in un

inferno

usando male l’intelligenza di cui

godiamo.

  

Non serrano più i polsi,

non stringono caviglie

non suonano di freddo

e sordido metallo:

sono impresse dentro l’anima,

con marchio che è di fuoco.

I lacci sono occulti,

e mascherati bene:

Invisibili è il nome

di quanti oggi imprigiona.

La gente pare cieca

e finge anche sorpresa;

pare non avvedersi

dei pregiudizi effusi

disseminati ovunque.

Come gramigna crescono

e rinserra sempre gli Ultimi:

li etichetta

espunge

confina oltre i margini.

Qui a morire è l’Uomo

e sempre fuori le mura

della città che gode.

  

E guardami, per un istante solo!

Guarda dentro queste fessure

che stringo così forte

per trattenere l’anima

e il sole non mi accechi;

vi troveresti certo

un po’ della tua storia.

Forse ti accorgeresti

che sono proprio un Uomo.

Un Uomo!

Da quanto tempo

non sono più

considerato tale?

Pezzente, vagabondo,

straccione, mendicante;

questi – per dirne alcuni -

i miei titoli d’onore;

epiteti inventati

per segnare la distanza.

Son come una coperta:

avvolgono il mio corpo

mi celano ai passanti;

non velano le stelle

che ho impresse

sulla pelle.

<< Inizio < Prec. 11 12 13 14 15 16 17 18 Succ. > Fine >>
Pagina 11 di 18

Contatti

Da:
Oggetto:
Nome:
Messaggio:
Please enter the following
 Help us prevent SPAM!

Accesso riservato

Copyright & Credits

I contenuti di questo sito non possono essere riprodotti, copiati, manipolati, pubblicati, trasferiti o caricati, con nessun mezzo, senza il consenso scritto dell'autore.

E' vietata l'utilizzazione, anche parziale, sia per scopi commerciali che no profit.

Chi avesse interesse ad usufruire di contenuti di questo sito è pregato di contattarmi.


Contatore visite

2069706
OggiOggi1001
IeriIeri1293
Questa settimanaQuesta settimana1836
Questo meseQuesto mese18861
TuttiTutti2069706