Scorrevi,
lento e giocoso,
all’ombra degli ontani,
là, in mezzo al prato;
ed io,
sulle tue sponde a cavalcioni,
gigante mi sentivo,
e un poco mago.
Dell’acque tue mi dissetavo,
cogliendole con mani sporche,
insudiciate per il gioco.
E in questo modo,
l’amicizia nostra,
io cementavo.