Siamo il risultato degli incontri avuti nella nostra vita, delle relazioni che abbiamo intrattenuto con le persone, dei volti che abbiamo contemplato, degli sguardi che ci siamo scambiati. Di quanto ci siamo detto e anche trasmesso senza profferire parole. Siamo ciò che abbiamo donato e quello che abbiamo ricevuto.
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Ricevi le notifiche via email quando un nuovo intervento viene aggiunto in questa categoria.Duro,
qualche volta,
come crosta
di lava
rappresa,
sopra
antiche ferite.
Spigoloso,
come felce
tagliente
son io.
È difficile certo
l’amarmi,
ma è di ciò
che ho bisogno.
Di gioia intima
e serena,
pare fattrice,
e non v’è occhio
che non veda,
quanto si addica a lei
il nome che la
segna.
Incede con passo
altero e signorile,
celando
sembianze
da bambina,
dietro quell’aria
un po’ dottoreggiante,
che non la fa diversa,
ma invece più vicina,
a chi soccorre,
non solo per dovere,
ma per un intimo
convincimento
che la muove.
Verrebbe a voglia,
talvolta,
io ne sono certo,
di pizzicarla
su quelle rosee gote,
per misurare
quanto sia per vera
e certa,
e non di celluloide
quale pare
a volte.
Due gocce di cielo
perse dentro un cespuglio
di peli irridenti.
Sorriso sornione
alle volte:
più spesso
sembianze seriose
o che paiono tali.
So esploder di gioia,
talvolta
o piangere anche,
ma questo in tono
minore.
Sono timido
in fondo,
anche se appaio
sicuro.
Dentro me
si agita
un bimbo.