Siamo il risultato degli incontri avuti nella nostra vita, delle relazioni che abbiamo intrattenuto con le persone, dei volti che abbiamo contemplato, degli sguardi che ci siamo scambiati. Di quanto ci siamo detto e anche trasmesso senza profferire parole. Siamo ciò che abbiamo donato e quello che abbiamo ricevuto.
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un giorno,
dammi da bere.
Erano volti e sguardi
smarriti ed esitanti;
specchiantesi dentro il pozzo,
nel fondo del tuo cuore,
nei quali intravvedesti
quello del tuo Signore.
E attingesti subito,
senza frapporre indugi,
come sorella e madre,
con il tuo animo buono.
Usati recipienti,
forse di poco pregio,
per i benpensanti
che stavano a osservare.
Hai dissetato a lungo,
animi inariditi;
poveri e svuotati.
Ed hai spezzato il pane, tu,
che non eri neanche ministro,
e condiviso pure il vino della gioia,
facendo ridestare
germogli di speranza.
A tutte le to dòne,
con mani di fatica,
ruvide e carezzevoli,
hai dispensato abbracci
ed hai lavato i piedi.
Negli occhi dei bambini
che ti hanno fatto corona,
hai intravisto il Cristo
e lo hai proclamato Risorto.