Nascosta da nero sudario di nubi,
la luna non può più sorridere in cielo;
né cantare, stanotte.
Nasconde smarrita il suo viso,
come madre che piange la prole.
Nicolae, Michail, Mohamed,
solo per dirne qualcuno tra i tanti.
S’arrabattano a morsicare, alla vita,
un tozzo di pane, che spesso è raffermo,
Fuori luccicano infinite vetrine
straripanti di doni ammuffiti
ricoperti di solipsismo sprecone.
Ed è notte.
È più buio e intirizzito il cuore di molti,
che ai giardini, negli anfratti, in case vuote,
le membra di quei figli,
che veglia dall’alto.