Volano corvi
nel cielo ferrigno d’inverno;
paiono, strappi, rattoppi,
in un panno lasciato guastare.
Nel vento corrono esili voci
di memorie lontane,
come luci smorzate dal buio.
Ora sono preghiera,
domanda;
grido d’ aiuto.
Implorano di non scordare.
Di nuovo risuonano passi marziali
di stivali ferrati:
sbandati in angoli oscuri,
coscienze assopite,
genti confuse che stanno
a guardare.
Anche oggi;
come sempre;
… come allora.
Il morbo maligno, mortale,
si ammanta con parole d’onore:
sicurezza, giustizia, diritto, decoro.
Si diffonde; alligna nel corpo,
nella mente di tanti.
Quanto è scarsa, di breve durata,
la memoria.