È consuetudine a fine anno e inizio del nuovo scambiarsi gli auguri come segno, auspicio di vita buona e bella.
Tante volte affidiamo a parole ripetitive quello che invece dovrebbe essere impegno quotidiano di essere noi stessi, attraverso la nostra vita, il nostro essere, il nostro agire, segno di benedizione per gli altri. Ma siamo superficiali ed evitiamo di fermarci a riflettere; agiamo tante volte come degli automi, senza alcuna valutazione previa di ciò che stiamo per dire o per fare. Se poi gli altri potessero accedere ai nostri pensieri chissà quale fogna vi troverebbero in certi momenti proprio perché non abituati a custodire la nostra interiorità. Con questo non voglio certo dipingere una realtà più fosca di quanto non sia, ma non v’è dubbio, a ben riflettere, che ci sia del vero in quanto appena detto se solo poniamo mente a quanto di negativo e di tragico vediamo accadere attorno a noi. La cronaca è piena di atti di violenza all’apparenza gratuita per non parlare della tragicità delle guerre in corso dall’Ucraina al Vicino Oriente (Israele, Gaza, Libano, Siria) al Sudan, allo Yemen ecc. e per contro, o per meglio dire in modo corrispondente e strettamente intrecciato, una rincorsa spietata agli armamenti da parte nostra, di noi Occidente, ma non solo, a scapito di tagli alla spesa sociale, alla cultura, che produce povertà in sempre più ampi strati della popolazione. Prosperano, e non può essere diversamente, i super ricchi, i veri padroni del mondo, dei quali i vari governanti non sono che marionette usate per ingannare la gente. E la gente abbocca ponendo la fiducia in costoro, leaders che si impongono attraverso parole d’ordine che rassicurano indicando nemici ravvisati sempre nel diverso o ritenuto tale come causa del loro male. Hanno facile gioco perché la gente smarrita ha bisogno di rassicurazioni facili e anche perché non si vedono all’orizzonte persone capaci per la loro rettitudine, per la loro visione del mondo, per la loro autorevolezza di proporre uno sguardo nuovo sulla realtà e sugli obiettivi da perseguire assieme nella costruzione di un mondo, una società più giusta, ugualitaria, fraterna, pacifica, l’unico antidoto alla deriva in atto. Ieri l’altro abbiamo festeggiato l’Epifania, manifestazione del Signore. San Giovanni Crisostomo scriveva che “I magi non si misero in cammino perché avevano visto la stella, ma videro la stella perché si erano messi in cammino”. È quanto serve anche a noi per uscire da questo clima di disaffezione e di atassia che pare contraddistinguere fin troppe persone. Io uno dei motivi, oggi che compio 74 anni, per rimettermi in cammino con speranza rinnovata lo trovo nel viso e negli occhi innocenti della mia ultima nipotina nata il 28 dicembre scorso, anche se non posso, osservandola, non vedere attraverso di lei gli innumerevoli bambini morti a causa della guerra a Gaza, in Ucraina e in altre parti del mondo. Che il loro martirio ci sproni a operare e lottare con ancor più convinzione per un mondo diverso, convertendo il nostro sguardo in uno sguardo nuovo. Buon 2025 a tutte e tutti.
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