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Piergiorgio

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Via d’Amelio K2_UNPUBLISHED

Ti ha raccolto,

sono certo,

l’Amico.

Ti ha portato

con Lui

fin lassù.

Il mio pianto

non sa ancora d’antico,

ora si mescola

a quello dei più.

Questi poveri morti

sono nostri,

di noi tutti

rimasti quaggiù

E’ un giardino fiorito

quel che vedo,

con i semi piantati di fresco

Fiorirà quanto prima;

siamo in tanti

a volerlo

La violenza

futuro

non ha.

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Strage di Capaci (24 maggio 92) K2_UNPUBLISHED

“Se si crede in qualche cosa,

bisogna andare fino in fondo”

L’avevi detto tu;

… ed eri soltanto un uomo.

Che amava vivere.

Non certo eroe

o creatura altra;

soltanto un uomo.

Con una fede grande

da  spendere per noi.

I perdenti stanno altrove.

Sono quelli che hanno ucciso

togliendovi agli affetti;

quelli più cari.

Giovanni e Francesca,

Rocco con Vito e Antonio

sono nostri;

di noi tutti.

Lo strazio è grande;

ed è impresso,

come sigillo,

nei cuori.

Non basta il dolore;

serve cambiare

Giustizia è amore!

Ed ora a voi o sciagurati,

menti vili;

di morte ideatori!

A vomito vi venga

ogni potere

col sangue e con l’odio

acquisito.

Bruci col fuoco

ogni vostro festino.

Il vento disperda

ogni facile vostro

guadagno.

E questo fino a quando,

piegati in ginocchio,

toccati nel cuore,

a noi tutti

chiederete: perdono.

Il Cielo,

che è pur buono,

vi renda coscienti del male!

Vi liberi dagli idoli ciechi,

rinasca in voi l’Uomo

che avete nascosto

nel cuore.

Non rigettate l’offerta

che vi è data in quest’ora

di dolor di ciascuno.

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In morte di Giovanna K2_UNPUBLISHED

Tragica morte.

Chi può dire il dolore,

Giovanna,

per questo tuo immotivato

ammazzamento?

Che cercava, il tuo aggressore?

Cosa aveva nella testa,

quando ti ha

presa,

scaraventata per terra,

percossa,

violata,

ammazzata?

Come può una persona

arrivare a far questo?

Un dolore sì tanto,

ha bisogno di lacrime

-come torrenti-

per essere pianto;

e di raccolto silenzio.

Di giustizia, ha bisogno.

Ed invece è arrivata la solita,

stolida,

stupida,

belluina,

vendetta.

Inermi e innocenti;

come te, persone normali.

Hanno pagato

-pagato?-

il prezzo che si arrogano

tutti i mostri: stranieri o italiani.

 

Forse un timido raggio di sole,

resta ancora nel buio,

del momento presente:

il tuo sorriso; il coraggio di molti,

la volontà di un mondo migliore,

più umano, fraterno;

più vero.

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Hina K2_UNPUBLISHED

Un mostro ti ha morsa

sul collo,

azzannata come Vampiro.

Ti ha tolto,

assieme al respiro,

l’innocenza

di un sogno…

che era ancora

da sognare.

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Poveri K2_UNPUBLISHED

Dietro:

dietro

i tanti

rampanti.

Scansati:

scansati

da gente

che corre.

Blanditi:

blanditi

da vane

promesse.

Pescati:

pescati

sul fatto

ogni volta

Gettati:

gettati

dentro

patrie

galere.

Morti:

morti

perché

non amati.

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Accattone K2_UNPUBLISHED

Sotto il pippolino

del basco blu,

un poco rintanato

fra due baffi,

sta il tuo sorriso.

Nascondi in questo

e dentro il palmo

della mano

tesa furtiva,

quasi cortese,

a chi ti passa

accanto irriguardoso,

labile ombra

di un’esistenza

grama.

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Migranti K2_UNPUBLISHED

Come uccelli

spauriti

su un ramo,

stanno

dentro

le nostre

contrade,

aspettando

il dì

che verrà.

Altri nidi

han lasciato;

altre terre:

caldi affetti

speranze deluse

povertà

abbandoni

violenze.

Pieno è il cuore

di antico dolore.

Dentro

il petto una luce;

una pallida

luce li muove:

è futuro di pace

è domani

di altro colore

è speranza

di vita.

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Clochard K2_UNPUBLISHED

Stavi seduto lì

su quella panca,

l’ultima cosa

che avevi scelto

tu.

La vita,

le staffilate sue,

aveva inferte

sopra quelle tue,

mischiandone

i contorni.

E nella mente tua

non si marcavan più

le differenze,

fra queste e quelle

Così interrogavi me,

quasi responso,

chiedendo:

sei diventato uomo tu;

ora dì, come?

E io tacevo,

con rispettoso ascolto,

e mi chiedevo,

non senza turbamento,

chi fra noi due

lo fosse per

davvero.

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Beslan K2_UNPUBLISHED

Con urlo straziante

e doglie possenti,

ha partorito, la Terra,

un mostro ingombrante

che al Cielo protende

artigli feroci.

Se neanche più i bimbi

son figli di tutti,

come, ancora sperare?

E’ muto il dolore,

né può essere altro,

per oltraggio

si tanto.

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Profughi K2_UNPUBLISHED

Sputati

dal mare

come

vuote

conchiglie,

s’ammassano

stremati

su spiagge

deserte.

Son figli

perduti

per causa

del Drago:

il neoliberismo.

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