Così fu generato Gesù Cristo: sua madre Maria, essendo promessa sposa di Giuseppe, prima che andassero a vivere insieme si trovò incinta per opera dello Spirito Santo.
Giuseppe suo sposo, poiché era uomo giusto e non voleva accusarla pubblicamente, pensò di ripudiarla in segreto. Mentre però stava considerando queste cose, ecco, gli apparve in sogno un angelo del Signore e gli disse: «Giuseppe, figlio di Davide, non temere di prendere con te Maria, tua sposa. Infatti il bambino che è generato in lei viene dallo Spirito Santo; ella darà alla luce un figlio e tu lo chiamerai Gesù: egli infatti salverà il suo popolo dai suoi peccati».
Tutto questo è avvenuto perché si compisse ciò che era stato detto dal Signore per mezzo del profeta:
«Ecco, la vergine concepirà e darà alla luce un figlio:
a lui sarà dato il nome di Emmanuele»,
Quando si destò dal sonno, Giuseppe fece come gli aveva ordinato l'angelo del Signore e prese con sé la sua sposa.
È cosa a cui pensiamo poco, che Dio sia un «Dio con noi», come sta a significare Emmanuele. Siamo più propensi a immaginarlo lontano negli spazi siderali, inaccessibile e questo nonostante il suo essersi fatto sarx, in greco, bâśâr in ebraico, ossia carne, sia centrale nella fede cristiana. Per farlo ha avuto bisogno degli uomini: del sì di Maria, una giovane ragazza promessa sposa a Giuseppe che assentì senza chiedere il permesso allo sposo promesso o a qualunque altro uomo della famiglia in un tempo nel quale nessuna donna poteva decidere per se stessa. Ha avuto bisogno del consenso, tra dubbi e ripensamenti dello stesso Giuseppe che certo non si aspettava l’irrompere così “rumoroso” del divino nella sua vita. Dio si accosta a noi con grande delicatezza e non fa niente senza il nostro consenso. Non si impone su di noi perché è dono gratuito. Anche a noi è dato poterlo accogliere nella nostra vita e così permettergli di essere sempre un Dio con noi; un compagno di cammino.