In quel tempo, disse Gesù ai suoi discepoli: «Molte cose ho ancora da dirvi, ma per il momento non siete capaci di portarne il peso.
Quando verrà lui, lo Spirito della verità, vi guiderà a tutta la verità, perché non parlerà da se stesso, ma dirà tutto ciò che avrà udito e vi annuncerà le cose future. Egli mi glorificherà, perché prenderà da quel che è mio e ve lo annuncerà. Tutto quello che il Padre possiede è mio; per questo ho detto che prenderà da quel che è mio e ve lo annuncerà».
C’è chi pensa, anche tra i credenti, di sapere già tutto e di non aver bisogno di apprendere, di imparare cose nuove. Ma non è così. Ai suoi discepoli Gesù dice che avrebbe ancora molte cose da dire loro, ma che per il momento non sarebbero capaci di portarne il peso. Allo stesso tempo garantisce loro che ci penserà lo Spirito di verità, quello che ha promesso loro, a guidarli a tutta la verità, che non parlerà da se stesso ma rammenterà quanto hanno già udito e annuncerà cose nuove. Le cose nuove sono una più profonda conoscenza di quelle stesse realtà che il Signore ha già trasmesso con la sua parola e con la sua vita. È di Gregorio Magno l’affermazione che la Scrittura cresce con chi la legge, non certo nel senso che chi la legge possa aggiungere pagine a quelle già esistenti. La crescita di cui si parla è da intendere nel senso che ciascuno di noi vi entra dentro con la propria stessa vita, a partire dalla realtà sociale, culturale, politica in cui si trova. È chiaro che a problemi nuovi non si può rispondere con soluzioni vecchie. Lo Spirito di verità ci rende capaci, se sappiamo ascoltarlo, di quella fantasia, di quella creatività indispensabili per ridire, nell’oggi, quella parola di salvezza che gli uomini si attendono.