Un semplice sguardo stupito; un anelito che viene dal cuore, un grido di gioia oppure di dolore. Il sentire o il pensare che si fa talvolta parola, altre volte, resta muto… Ma Qualcuno mi ascolta: sempre. Ne sono certo, anche se non ricevo risposta; non sempre, e non come mi aspetto. L’Amore, però, comunica anche col silenzio. A me parla anche in quello…
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con te
con lui
con quelli fuori
e quelli dentro.
Far parti uguali,
al tavolo della fraternità.
Partecipare il pane
il companatico
il vino della gioia.
Spartire l’’amicizia
l’ affetto;
far storia assieme,
portando le fatiche spalla, spalla,
assieme alla speranza.
Nessuno sopra,
nessuno sotto.
Ognuno a fianco all’altro
e tu, Signore, in mezzo,
come ai banchetti
della tua vita.
Là dove ti confondevi
con peccatori noti
e prostitute,
manifestando,
del Padre tuo,
l’eterna grazia,
il volto ignoto,
d’ineffabile misericordia,
bontà sovrana.
Dolcissimo Iddio,
Trinità beata,
insondabile mistero
di unità,
di varietà,
di amore!
Mia tenerezza sempre nuova
eppure antica;
infinitamente piccolo
Iddio!
In te mi posso perdere
e contenerti tutto.
Pensiero stupendo
che mi fa esistere,
che mi rinnova,
mi regge nella mano
e scruta,
fin nel profondo
intimo recesso.
A te mi affido,
o Accogliente
intimo
a me stesso
E tu ributtami
nel mondo,
per raccontare agli uomini
lo sconfinato Amore
che si fa
mendico,
per donar vita
ad ogni vita.
Sperduto
ferito
timoroso
accasciato
morto.
Tu,
sulle mie tracce,
lungo sentieri
persi
tortuosi
inconcludenti.
In cuore,
nell’animo,
un sol pensiero:
riavermi vivo!
E poi
la gioia piena
del mio ritrovo,
la festa in cielo.
Ed io,
accoccolato
là sul tuo collo,
come piccolo d’uccello
dentro il suo
nido.