La risposta di Caino a Dio, che in Genesi risuona come rifiuto all’impegno di responsabilità che l’essere parte della stessa umanità, comporta, è la medesima che è risuonata ininterrottamente nel corso della storia e che tutt’ora risuona, talvolta sinistramente, magari ammantata persino da giustificazioni di carattere religioso. Eppure, a ben guardare, siamo geneticamente fatti per l’empatia: quindi costituiti, predisposti per la compassione; per la comprensione e la solidarietà verso i nostri simili. Segno che l’occuparsi della felicità degli altri, è parte integrante del nostro essere uomini e viene prima ancora di ogni teorizzazione etica o morale.
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di umanità,
e voglio credere sia stato
anche tu bambino,
cullato da una donna,
un giorno ormai lontano,
dietro quel tuo cappuccio
nero,
l’hai persa ora del tutto,
sgozzando l’inerme James.
Forse ti credi un prode;
un guerriero senza paura,
un novello vendicatore
di torti e soprusi inferti,
ma se la crudeltà,
lo spregio, la spietatezza,
sono il tuo emblema,
il motto del tuo mondo
“nuovo”,
allora, che lo sappia o meno,
il morto sei solo
tu.
James, al contrario, vive!
Vi chiederanno perdono,
un giorno,
i pronipoti,
come facciamo noi,
in questo nostro tempo,
per crimini del passato,
compiuti da i nostri avi…
colpevoli come noi
di aver volto lo sguardo
altrove…
di essersi dimenticati
di rimanere umani…
ciascuno nei propri giorni
Unione di contrapposti interessi,
di muri e filo spinato,
di confini interiori
eretti con pervicace scaltrezza
da piazzisti della paura,
meni vanto di umani diritti:
Liberté, Égalité, Fraternité;
perfino di radici cristiane…
Sei sorda al pianto, al dolore, allo strazio
di uomini, donne e bambini,
che premono ai tuoi confini
invocando pietà.
Li vorresti cacciare in un altrove
lontano dai tuoi occhi
e non ti accorgi che così
massacri il tuo cuore.