Piergiorgio
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Ricevi le notifiche via email quando un nuovo intervento viene aggiunto in questo blog.Voci K2_UNPUBLISHED
Martellano insistenti,
arrovellano la mente,
dipingono il mio
Volto:
di smorfie e di sorrisi.
Le mani le accarezzano;
le scacciano;
disputano afferrandole,
oppure le allontanano,
lasciandomi spossato.
Sono presenze scomode
che affollano i miei giorni;
son come pioggia insipida
raggi di sole smorto
guizzi di pesce viscido
morso di serpe infida.
… Poi mi accarezza il vuoto;
languido mi ristora
come fatal sorriso,
di dama a cavalier errante…
Dentro la mia armatura,
attendo nuovamente
il Drago…
Tunisi chiama il Cairo K2_UNPUBLISHED
È fuoco che divampa dal cuore.
È speranza che aleggia
dal cielo
e che nasce da vicoli stanchi, affamati
privati di senso e futuro…
… È richiesta di vita!
È desiderio vigoroso di poter finalmente
CONTARE.
Non esser più SUDDITI, ma CITTADINI
sovrani
È richiesta di assidersi al tavolo
dove serve Dignità,
Uguaglianza, Giustizia.
È domanda, richiesta, di rimettere
al centro ancora l’Uomo,
deponendo i potenti dai troni.
È un canto antico, eppure sempre
nuovo;
un canto di migliaia di giovani voci
represse, intimorite, zittite nel sangue,
ma non dome.
È un canto che ha nome
LIBERTÀ.
Le luci della città K2_UNPUBLISHED
Viste da quassù,
la casa dei casini, al lume di candela,
in questa notte oscura, con poche stelle
in cielo,
sembrano parlarmi …
Narrano di casa mia; quasi una ninna nanna,
che non addormenta il cuore.
Scorgo, attraverso il velo,
di lacrime silenti,
i visi dei mie cari, quello del mio bambino.
La strada che ho percorso,
è stata fin qui in salita …
… Forse sarà domani, o dopo domani ancora,
ma il giorno del mio riscatto,
mi attende laggiù è certo;
è mio convincimento.
Gioverebbe, ora, un the caldo;
un abbraccio consolatore … o anche …
una carezza.
Mi basta questa coperta; ruvida e opprimente.
Grigi e indigeribili, sono anche
i coinquilini.
Bestemmiano per il freddo;
bevono per riscaldarsi.
Siamo un’umanità dolente,
intenti a rosicchiar la vita.
La fiamma della speranza,
piccola lingua di fuoco,
qualcuno ce l’ha nel cuore,
qualche altro, … l’ha ormai smarrita.
Io, l’altro K2_UNPUBLISHED
Altro da te e altro per te,
come lo sei anche tu per me;
solo che non ci pensi.
E sono quello che definisci senza:
senza dimora
senza domicilio
senza relazioni
senza legami.
Io sono stato sbattuto
dentro questa vita;
e mai ricevuto, accolto, accompagnato.
Il male oscuro, quello che mi
attanaglia,
si chiama mancanza di legami.
Sono quei nessi, quei nodi,
quei collegamenti,
che a te permettono
di diventare umano:
sono attenzioni,
premura, fiducia,
riconoscimento, stima, affetto:
… sono carezze; sono… sorrisi.
Sono ricordi, qualche volta;
e qualche altra, lacrime e lamenti.
O anche imprecazioni,
mentre, avvolto dentro il mio cartone,
guardo su in cielo,
le stelle che mi fan soffitto…
Un sogno di libertà K2_UNPUBLISHED
Mi sono alzata nel cuore
della notte
in preda all’ansia e all’ispirazione.
E ho dipinto,
fasciata dal silenzio,
sulla parete che mi sta di fronte,
il mondo mio; lo stesso che ho lasciato
fuori.
È un prato verde baciato dall’orizzonte:
infinito; senza nessuna sponda…
… Senza nessun rimando.
Poi, sdraiata sulla mia branda,
ho atteso nuovamente l’alba:
sferragliar di chiavi,
imprecazioni,
brusii,
maledizioni.
Erano tutti suoni attesi,
per completare la mia composizione
Capodanno di sangue ad Alessandria d’Egitto K2_UNPUBLISHED
Ancora grondano
sangue
i giorni dell’uomo.
Ancora è il fiele dell’astio,
il livore omicida,
ad aprire le danze,
in questo inizio d’ anno.
Mi sono tutti Fratelli:
i morti,
i feriti,
gli straziati nel cuore.
E non solo, perché anch’essi cristiani.
Lo sono perché inermi persone.
… Come tutte le vittime,
in ogni parte del globo.
Perché avevano in comune,
con me,
l’ amore alla Vita:
un sogno ancora da sognare.
Un desiderio soltanto abbozzato,
di essere dono
per gli altri…
E il loro canto si faceva preghiera;
la loro fede,
speranza di giorni migliori…;
per ciascuno.
… E anche perdono.
Anche per quanti
hanno il vuoto,
che dentro li avvolge
nel buio,
e che chiamano,
bestemmiando,
col nome di dio.
A Lisa K2_UNPUBLISHED
Morire a vent’anni,
si può?
E poi ancora:
a quel modo,
e perché?
Un sorriso
da bimba
trasognata,
in un corpo
più vecchio
di te.
Eri questo,
ai miei occhi.
Non capivo,
e con rabbia impotente,
guardavo ai tuoi giorni.
Avrei opposto
il mio corpo
alla morte,
con duello sincero,
se soltanto avessi
potuto...
Ma il sentiero su cui
camminavi
è sentiero assai arduo
per tutti
E’ il sentiero della vita;
sentiero di
libertà.
Relizane (Algeria 3 gennaio 1998) K2_UNPUBLISHED
“Mi hanno calpestata,
dappertutto;
erano in tanti a farlo.
Poi mi hanno
colpita
al ventre
con ascia.
Non so come,
sono viva.”
Povera
inerme
sorella
Taos.
Sedici anni
son pochi,
per vivere tanta
tragedia.
Chi muove le menti
le mani,
chi il cuore
di tanto assassini?
E perché?
A chi giova
tanto sangue
versato
sull’altare del nulla
più assurdo;
corpi squarciati,
violati,
quasi fossero
bestie al macello?
Algeria mattatoio
infinito!
Grido soffocato
due volte:
nel buio dagli assassini,
a occidente
dal silenzio interrotto
solo a tratti,
quando anche
il deserto più spoglio,
si fa grido
domanda
perché.
Poi,
cade ancora il silenzio,
come manto che copra
ogni cosa.
Fino al prossimo
Grido...
Bambini di guerra K2_UNPUBLISHED
Non chiedermi perché,
non ho risposta.
Né ti so dire
se un’alba
sorgerà
senza cannone;
se mai sarà possibile
che giochi ancora.
Fermati e osserva:
riempiti di me
la mente e il cuore:
questo mio strazio
questo dolore
Poi, chiediti,
se ti sia lecito
chiamarti
fuori.
26 agosto 1992 K2_UNPUBLISHED
Le lacrime
non bastano
per lenire le ferite.
Sono tanti,
i perché senza risposta.
In questo mezzogiorno, s’è fatto buio fitto;
… come al Calvario.
Il sole si è oscurato,
e muore ancora l’Uomo,
ogni figlio di Uomo:
Bosnia Erzegovina,
Serbia,
Somalia,
Iraq,
Sudan,
Afganistan…
Giù, giù fino a Rostoh,
nella inquieta e ricca
Germania.
Sono i Gòlgota di oggi.
……….
Si muore al Sud di oppressione e fame;
si muore al Nord
perché di altro colore.
Sequenze interminabili:
di sofferenze
di agonie
di morti.
Occhi innocenti
e muti
al cielo sono rivolti.
Giù nei Pretori,
si gioca ancora a carte;
si gioca su chi puntare.
Beffardi chiedono:
“Sono forse io, il custode di mio fratello?”
Cristo, che della storia sei Signore,
lascia il tuo cielo; lascialo e torna
a stare in mezzo a noi.
A camminare lungo le nostre vie.
Per queste strade polverose e sfatte.
Oh Dio che liberi e rinnovi,
dona coraggio e forza
e fede ancora,
perché si faccian sangue e carne
a rifiorir la vita;
questa nostra povera vita,
questa che non abbiamo noi.
Ed il tuo Regno venga,
sempre ed anche ora.