In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Metteranno le mani su di voi e vi perseguiteranno, consegnandovi alle sinagoghe e alle prigioni, trascinandovi davanti a re e governatori, a causa del mio nome.
Avrete allora occasione di dare testimonianza. Mettetevi dunque in mente di non preparare prima la vostra difesa; io vi darò parola e sapienza, cosicché tutti i vostri avversari non potranno resistere né controbattere. Sarete traditi perfino dai genitori, dai fratelli, dai parenti e dagli amici, e uccideranno alcuni di voi; sarete odiati da tutti a causa del mio nome. Ma nemmeno un capello del vostro capo andrà perduto. Con la vostra perseveranza salverete la vostra vita».
Gesù non promette ai suoi onori e successo, semmai persecuzioni, perché se lui è stato trattato da indemoniato, chi li appartiene, perché suo discepolo, non può attendersi trattamento migliore. È realista Gesù e con questo suo dire non intende certo spingerci a ricercare masochisticamente angherie e soprusi, ma solo metterci in guardia dal ritenere che vivendo le esigenze del vangelo, solo per questo ci si debba attendere omaggi riverenze da parte di chi detiene potere e ha tutto l’interesse a mantenerlo in ogni campo. Ci sono cristiani che si ritengono perseguitati solo perché hanno a che fare con persone che la pensano diversamente da loro, ma non è sui principi astratti che si misura la coerenza evangelica del credente. Ci sono persone che pur dichiarandosi non credenti, in tema di difesa della dignità e del bene dell’uomo, pagano un prezzo ben più alto di credenti che al contrario flirtano con gli oppressori. Accanto alla messa in guardia su ciò che può riservare il mondo ai suoi, Gesù assicura però che non saranno mai da soli, neanche nelle maggiori difficoltà, assicurando che nemmeno un capello (una parte del tutto trascurabile) del loro capo andrà perduto. C’è solo da fidarsi di lui.