I signori (?) deputati che esultano all’approvazione del pacchetto sicurezza, chissà perché, mi ricordano il patetico George Busch che sulla nave inneggiava alla vittoria nella guerra contro l’Iraq. Sappiamo tutti come andata. È certamente una pagina amara quella che è stata scritta oggi, non tanto per gli effetti che produrrà la nuova legge. Lo sanno anche quelli che l’hanno approvata che sarà praticamente impossibile onorarla, quanto per gli effetti devastanti che culturalmente ha già prodotto e produrrà in futuro, questa caccia alle streghe che è stata avviata.
Gli italiani si sentiranno e saranno più sicuri perché qualche decina o centinaio di poveracci finiranno in carcere? Perché ci sarò un registro (fatto da chi, come, con quali criteri, a quale scopo) nazionale nel quale saranno iscritte le persone senza dimora? Perché assisteremo al proliferare di gruppi di cittadini, che sentendosi investiti dall’alto, passeggeranno, magari in costumi carnevaleschi lungo le vie cittadine? Ma non scherziamo! La sicurezza è un bene vero reale, quando è garantita a tutti gli esseri umani, a prescindere dalla nazionalità, dalla provenienza, dal colore della pelle, dalla religione, dal censo. Diversamente, possiamo chiamarla come ci piace, è solo ingiustizia camuffata, anche se porta i crismi della legalità. In altri momenti della nostra storia, quando era di moda gridare: dio stramaledica gli inglesi, anche allora il consenso era molto ampio, ma la storia ha dimostrato che non per questo si era nel giusto. Così mentre godiamo nel contemplarci l’ombelico, addebitando ogni genere di male presente dentro la nostra società, al nuovo capro espiatorio individuato nelle straniero, non ci concediamo neanche più il tempo di riflettere circa la moralità delle nostre azioni, sia come singoli che come collettività. Ciò che in altri paesi, anche europei indignerebbe l’opinione pubblica facendo crollare solidi governi e bruciando leader consumati, da noi al massimo è buttato in farsa, quando addirittura non considerato lesa maestà. Purtroppo temo abbia ragione Berlusconi, quando afferma che gli italiani lo vogliono così com’è. E anche quanti affermano che finalmente c’è chi fa sul serio, approvando in cuor suo, magari tacendo, ogni provvedimento venga licenziato. Questo però non ci assolve dalle colpe che sono di tutti noi: di chi tace e acconsente e anche di quanti non hanno abbastanza coraggio per scendere in piazza a protestare e di coloro che hanno qualche colpa di omissione non avendo fatto qualcosa di sensato e di diverso quando stavano al posto di comando. Ma nonostante tutto, rimango fiducioso. E non per ingenuità. Magari ci vorrà del tempo, non so dire quanto, sicuramente il tanto da farci sperimentare abbastanza la vuotezza della pretesa di curare una grave malattia (quale è quella che ci contraddistingue al presente e che è riconducibile in fondo alla mancanza di speranza nel futuro) con qualche placebo. Intanto però, purtroppo, avremo perso tanto tempo, creato vittime innocenti e ci saremo fatti molto male.