25In quel tempo Gesù disse: "Ti rendo lode, Padre, Signore del cielo e della terra, perché hai nascosto queste cose ai sapienti e ai dotti e le hai rivelate ai piccoli.
26Sì, o Padre, perché così hai deciso nella tua benevolenza. 27Tutto è stato dato a me dal Padre mio; nessuno conosce il Figlio se non il Padre, e nessuno conosce il Padre se non il Figlio e colui al quale il Figlio vorrà rivelarlo.
Non si capisce con quale motivazione i liturgisti operino i tagli dei brani di vangelo offerti alla riflessione come nel caso odierno. Detto questo le poche righe proposte alla nostra attenzione, oggi, sono sufficienti a farci comprendere una verità essenziale; e cioè che abbiamo un solo modo per conoscere il Padre (Dio): rivolgere la nostra attenzione a Gesù che ne è la rivelazione. Ogni nostra riflessione su Dio, l’inconoscibile, per quanto ardita finirebbe per portarci fuori strada e restituirci, nel migliore dei casi un’idea di lui che è una proiezione del nostro argomentare. Con questo non intendo affermare che ogni speculazione riguardo a Dio sia fuori luogo, ma semplicemente ribadire che la via più sicura e certa è quella di farlo passando attraverso il figlio Gesù, la sua vita, quanto ha detto e fatto. In questa conoscenza che si potrebbe dire di tipo esperienziale, più che speculativa, i piccoli, ossia le persone che agli occhi del mondo non contano, sono più avanti, sorpassano di qualche buona lunghezza i migliori teologi e certamente quanti detengono il potere religioso.