Giovanni 19li mandò a dire al Signore: "Sei tu colui che deve venire o dobbiamo aspettare un altro?".
20Venuti da lui, quegli uomini dissero: "Giovanni il Battista ci ha mandati da te per domandarti: "Sei tu colui che deve venire o dobbiamo aspettare un altro?"". 21In quello stesso momento Gesù guarì molti da malattie, da infermità, da spiriti cattivi e donò la vista a molti ciechi. 22Poi diede loro questa risposta: "Andate e riferite a Giovanni ciò che avete visto e udito: i ciechi riacquistano la vista, gli zoppi camminano, i lebbrosi sono purificati, i sordi odono, i morti risuscitano, ai poveri è annunciata la buona notizia. 23E beato è colui che non trova in me motivo di scandalo!".
Ci si può scandalizzare di chi opera il bene a favore di quanti sono nel bisogno? A quanto pare sì. Questo è più facile che accada nelle persone religiose che ritengono di avere una idea ben precisa di Dio e che questa loro idea corrisponda esattamente all’originale. Insomma sono del parere di avere in qualche modo preso le misure a Dio. Anche Giovanni, pur essendo un grande profeta, come attesterà lo stesso Gesù, di Dio aveva una sua idea, così come del Messia che doveva arrivare, tanto da mandare a chiedere a Gesù, quasi in un ultimatum, se era davvero lui l’atteso che aveva preconizzato o no. Gesù non risponde; agisce, solo dopo dice agli inviati di riferire al Battista ciò che hanno visto e udito. Ora spetta a lui darsi la risposta. Pure a noi spetta darci la risposta dopo aver meditato il Vangelo; averlo interiorizzato e tentato di viverlo. Farlo prima è solo risposta catechistica, magari giusta ma non vitale.