Gesù si trovava in un luogo a pregare; quando ebbe finito, uno dei suoi discepoli gli disse: «Signore, insegnaci a pregare, come anche Giovanni ha insegnato ai suoi discepoli».
Ed egli disse loro: «Quando pregate, dite:
Padre,
sia santificato il tuo nome,
venga il tuo regno;
dacci ogni giorno il nostro pane quotidiano,
e perdona a noi i nostri peccati,
anche noi infatti perdoniamo a ogni nostro debitore,
e non abbandonarci alla tentazione».
Nella brevità della versione di Luca del Padre nostro, abbiamo tutto quello che è essenziale della preghiera: il sapersi al cospetto di un Padre, in questo caso non definito nostro, quasi a voler sottolineare che lo è di tutti, ma proprio tutti; il desiderio che sia riconosciuto da tutti come Padre infinitamente buono, che si espanda il suo regno, che ci sia assicurato il pane necessario per ogni giorno, quindi che noi non viviamo per l'accumulo, ma per far sì che sia assicurato a tutti gli uomini, che ci siano perdonati i nostri peccati perché noi ci impegniamo a condonare ogni debito contratto con noi e che ci sia assicurato l'aiuto, il sostegno nel momento della prova, per non soccombere. Dovremmo esercitarci a meditare quotidianamente queste parole, fino a farne carne e sangue in noi; pensiero e sentimento, prassi e confidenza filiale .