In quel tempo, il Signore disse: «Guai a voi, farisei, che pagate la decima sulla menta, sulla ruta e su tutte le erbe, e lasciate da parte la giustizia e l’amore di Dio.
Queste invece erano le cose da fare, senza trascurare quelle. Guai a voi, farisei, che amate i primi posti nelle sinagoghe e i saluti sulle piazze. Guai a voi, perché siete come quei sepolcri che non si vedono e la gente vi passa sopra senza saperlo».
Intervenne uno dei dottori della Legge e gli disse: «Maestro, dicendo questo, tu offendi anche noi». Egli rispose: «Guai anche a voi, dottori della Legge, che caricate gli uomini di pesi insopportabili, e quei pesi voi non li toccate nemmeno con un dito!».
Le sferzanti parole del Signore del Vangelo di oggi erano rivolte a persone che avevano un ruolo importante nella società del tempo. I farisei sappiamo che erano i "separati", quelli cioè che, ritenendosi migliori e più santi dei comuni mortali, si atteggiavano ad esempio per gli altri, mostrando, come denuncia Gesù, osservanti attenti e minuziosi di norme piccole, secondarie, ma che trascuravano di maggiori e più importanti. I dottori della legge erano i teologi del tempo, persone quindi il cui insegnamento era ritenuto normativo. Faremmo un grave errore se ritenessimo il rimprovero di Gesù come rivolto ad altri, solo perché noi non siamo i nuovi farisei (ma ne siamo così certi?) e non rivestiamo ruoli gerarchici, non essendo né preti né frati. Nei nostri rapporti con i fratelli e le sorelle abbiamo molteplici occasioni di incorrere nelle stesse incongruenze di quanti erano oggetto del rimprovero da parte di Gesù. Ci è così facile, direi quasi congeniale, mostrarci bravi nell'osservanza di norme secondarie , trascurando quelle che impegnano maggiormente e che richiedono coraggio e abnegazione. Quanto poi a caricare pesi insopportabili su altre persone, pesi che noi fuggiamo come peste, beh, basta semplicemente far mente locale per vedere quanto spesso accade, specialmente nei confronti dei più poveri, degli emarginati, degli stranieri, degli scartati. Il rimprovero salutare del Signore Gesù è proprio rivolto a ciascuno di noi e alle nostre comunità.