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01 ott 2009

ITALOCENTRICI

Sarà anche perché mi è rimasta nel cuore dopo averla visitata nell’ormai lontano 1986, ma che del terremoto che ha colpito la terra indonesiana, nella città di Padang e dintorni, se ne sia parlato soltanto per poche decine di secondi, nel telegiornali, e abbia avuto scarso rilievo sulla stampa, mi ha letteralmente schifato. Per altro non è una novità assoluta.
21 set 2009

FUORI DAL CORO

Ci sono cose che non sta bene dire, che magari in molti pensano, ma che insomma… è meglio tacere. Per convenienza, per non disturbare, per non apparire i soliti bastian contrari. Eppure, cosa volete che vi dica, a costo di apparire una voce fuori dal coro, io non riesco proprio a tenere per me quello che sento vero in questo momento.
Difficile sfuggire a un senso vertiginoso di nausea, osservando quanto avviene nel nostro Paese. Pare di essere scivolati verso un’era oscura, quando a reggere le sorti di una comunità, di un territorio, c’erano persone senza scrupoli, generalmente attorniati da tanti paraninfi, magari pronti a prenderne il posto di comando quando si presentava loro l’occasione. Allora magari era la forza bruta a dettar legge e quindi, per certi aspetti, era anche più facile identificare il despota. Oggi si perseguono li stessi obiettivi manipolando le coscienze e usando strumenti molto più raffinati.
07 set 2009

VUOTI A PERDERE

«Il senso morale di una società si misura su ciò che fa per i suoi bambini» scriveva il teologo Dietrich Bonhoeffer. Parafrasando, si potrebbe dire che il senso morale di una società lo si misura anche su quanto fa per i suoi membri più deboli. O anche, per quanti bussano ai suoi confini, fuggendo da situazioni di persecuzione o di povertà. E certo, quando si disserta in termini teorici, attorno a tali questioni, è abbastanza usuale che si concordi su molti principi. Non per niente esistono, a riprova, leggi istituzionali, accordi internazionali, dichiarazioni di principio solennemente sottoscritte da governi e stati.
Le nostre assolate vacanze non sono turbate da quanto avviene nel mare, più oltre. Non ci giunge, con i flutti delle onde, il confuso, disperato, grido di aiuto. E poi, chi sono, questi uomini (uomini?) che navigano al largo su un gommone di morte? Solo numeri che passano veloci sullo schermo, nelle notizie serali; niente più.
Ben vengano i distinguo del Presidente della Camera, onorevole Fini, sul tema immigrazione e l’invito al rispetto di tutti gli immigrati, compresi quelli che non hanno le papiers. Sono d’accordo anch’io che è «inammissibile considerare il lavoratore non un uomo o una donna ma un momentaneo supporto di cui ha bisogno una società».
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