In quel tempo, Gesù disse: «Ti rendo lode, Padre, Signore del cielo e della terra, perché hai nascosto queste cose ai sapienti e ai dotti e le hai rivelate ai piccoli.
Sì, o Padre, perché così hai deciso nella tua benevolenza. Tutto è stato dato a me dal Padre mio; nessuno conosce il Figlio se non il Padre, e nessuno conosce il Padre se non il Figlio e colui al quale il Figlio vorrà rivelarlo».
Quali sono le cose che sono nascoste ai sapienti e ai dotti? Quelle cose che, per poterle vedere, richiedono un cuore puro, capace di aprirsi alla meraviglia e alla lode, che spingono a ringraziare perché ci si sente gratuitamente amati. Per poterlo sperimentare abbiamo bisogno di aprirci al mistero, che significa non presumere di poter sapere sempre tutto e che richiede l’umiltà di sapersi in cammino, mai davvero arrivati. La presunzione, la superbia invece acceca le persone. È più facile trovare tra le persone semplici quell’atteggiamento di fiducia nel Padre che invece un sapere superbo, ambizioso ostacola. La semplicità non è sinonimo di ignoranza o semplicioneria. La vera semplicità è quella che porta a ritenere, come dice la volpe al Piccolo Principe, che non si veda bene che con il cuore, perché l’essenziale è invisibile agli occhi. La lode rappresenta il respiro dell’animo, ecco perché è tanto importante.