25Chi ama la propria vita, la perde e chi odia la propria vita in questo mondo, la conserverà per la vita eterna. 26Se uno mi vuole servire, mi segua, e dove sono io, là sarà anche il mio servitore. Se uno serve me, il Padre lo onorerà.
Pare paradossale quanto propone il Signore, ma ci sono sue affermazioni che non lasciano spazio a facili interpretazioni di comodo: così è con il detto di oggi che, in forme diverse troviamo in tutti quattro i vangeli. Amare la propri vita, in questo caso, non significa certo disprezzarla come potevano suggerire certe spiritualità masochistiche in auge in passato, quanto piuttosto saper scegliere ciò che realmente promuove e arricchisce la vita vera da quella falsa fatta di egoismi e chiusure in se stessi che portano a vegetare. La vita che non termina con la morte fisica è quella che sa farsi dono a somiglianza di Gesù che non ha esitato a offrirla fino al dono totale di se stesso con la morte ignominiosa sulla croce. È stato così per i martiri come san Lorenzo che si festeggia oggi e quelli di tutti i tempi, o in modo meno cruento, ma altrettanto generoso, come i santi vecchi e nuovi. C’ è una sola maniera di seguire il Maestro, sia pure con modalità diverse: farsi suoi imitatori e lì dove è lui saremo anche noi.