35Gesù rispose loro: "Io sono il pane della vita; chi viene a me non avrà fame e chi crede in me non avrà sete, mai!
36Vi ho detto però che voi mi avete visto, eppure non credete. 37Tutto ciò che il Padre mi dà, verrà a me: colui che viene a me, io non lo caccerò fuori, 38perché sono disceso dal cielo non per fare la mia volontà, ma la volontà di colui che mi ha mandato. 39E questa è la volontà di colui che mi ha mandato: che io non perda nulla di quanto egli mi ha dato, ma che lo risusciti nell'ultimo giorno. 40Questa infatti è la volontà del Padre mio: che chiunque vede il Figlio e crede in lui abbia la vita eterna; e io lo risusciterò nell'ultimo giorno".
Gesù è il pane di vita, il nutrimento in grado di traghettarci verso la nostra pienezza umana e spirituale. Non è, la sua, un’ affermazione di tipo simbolico, tanto per appagare il nostro desiderio di interiorità intimistica, ma l’invito pressante a mangiare, come dirà poco più avanti nello stesso brano evangelico, la sua carne, cosa che scandalizzerà i presenti al punto che anche molti dei suoi discepoli da quel momento non lo seguirono più. Quel mangiare di lui a cui ci invita è fare nostro il suo stile di vita, amando concretamente e senza misura tutti, a iniziare dai più bisognosi: i poveri, i peccatori, quelli che la così detta gente normale disprezza, fino a saper donare la vita. Non è, l’invito di Gesù, qualche cosa per anime belle, ma una scelta che costa fatica e impegno e che però ci garantisce l’unità con lui e una vita piena, realizzata, capace di farci superare la morte da vivi. Questa è la fede del vero credente, la fede di cui abbiamo bisogno per poterci dire discepoli di Gesù Cristo.