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cos’è che ti muove davvero nel proporti quale leader e amministratore della tua comunità? Quale lo sguardo d’insieme che ti fa ritenere di essere all’altezza del compito che ti attende, qualora riesca nella tua impresa?
È sempre accaduto ovunque, in ogni tempo e ad ogni latitudine, dove ha regnato la violenza, il terrore, che gli artefici della violenza e del terrore siano ricorsi, per giustificare ai loro stessi occhi quanto chiaramente non era giustificabile, alla disumanizzazione delle loro vittime.
Nell’era dei tweet, dell’esibizione ad ogni costo, dell’uso del corpo quale esplicitazione dell’argomentazione, non c’è da stupirsi che anche l’abbigliamento diventi una condizione imprescindibile di un certo modo di fare politica, tutto rivolto all’apparire.
Soffiano forti i venti di guerra in questo inizio 2015 e le ragioni di quanti sollecitano interventi militari alle porte di casa possono sembrare del tutto ragionevoli, tenuto conto di quanto sta accadendo sulla riva opposta del Mediterraneo.
Leggendo la cronaca di questi giorni, che narra dell’ennesima levata di scudi da parte dei soliti noti, in primis quelli della Lega, che se c’è da innalzare barricate, non importa a quale titolo, basta siano barricate, sono sempre immancabilmente presenti,
«La prima pietra della sicurezza resta la Vigilanza», scriveva nel suo libro di memorie, Il veterano, Carl Schrade, il giovane commerciante svizzero arrestato nel 1934, all’uscita di un caffè berlinese, per aver pronunciato alcune frasi critiche sul regime hitleriano
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