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È per stato di necessità, ci dicono, a destra e a manca, che dobbiamo fare un governo di larghe intese. Che il nostro Paese si trovi in uno stato di necessità quasi comatoso, è fuori discussione. Può essere perfino vero che non esista altra soluzione che quella che si prospetta in queste ore, per tentare di risolvere alcuni pochi nodi di questa ingarbugliata vicenda, ma se così fosse, i politici che stanno tentando di tessere la tela di un governassimo, dovrebbero quanto meno avere l’umiltà di dire apertamente che hanno sbagliato su tutti i fronti.
20 apr 2013

IO NON PLAUDO

Ho seguito con crescente tristezza e anche rabbia, talvolta, quanto accaduto in questi giorni di elezione del Presidente della Repubblica. Probabilmente la soluzione trovata alla fine era l’unica praticabile, considerata la situazione di stallo che si era venuta a creare, ma, con tutto il rispetto per Giorgio Napolitano, io non riesco ad aggiungere il mio plauso a quello dei “grandi” elettori.
Fino a quando potrà reggere la coesione sociale nel nostro Paese? È una domanda che dovrebbe inquietare molti, specialmente quanti hanno responsabilità politiche e di decisione. Non si tratta, si badi bene, di improvvisare delle risposte purché siano, ma di riscoprire la responsabilità personale di ciascuno, sapendola coniugare con quella collettiva, per trovare delle vie di uscita alla presente crisi, sapendo costruire il bene comune.
27 mar 2013

A PARER MIO

Ricordo un episodio per me abbastanza illuminante di un certo modo di intendere la politica, il confronto, la trattativa e pure il cambiamento. Eravamo negli anni Settanta e facevo parte del Consiglio di Fabbrica nel quale erano rappresentati delegati di diverso orientamento politico, tra i quali parecchi legati a movimenti della sinistra così detta extraparlamentare.
È stata un sorpresa; grande, come per molti altri, l’elezione a Vescovo di Roma, come lui stesso l’ha definita, di Bergoglio. Confesso che stavo seguendo un po’ distrattamente la cronaca in diretta TV, dell’esito della fumata bianca. Pur non disperando nella possibilità di un esito nel segno del cambiamento, la brevità del conclave e il fatto che tra i così detti “papabili”, i più gettonati indicassero un risultato diverso, non mi sollecitava grande curiosità, immaginando una conclusione scontata.
Si narra che un professore, al chierico giunto agli esami finali di teologia, abbia rivolto quest’ultima domanda: «Chi è il capo della Chiesa? Se rispondi correttamente ti promuovo, diversamente dovrai ripetere l’esame» Il chierico, tutto infervorato e certo di conoscere la risposta, rispose, senza esitazione: «Il Papa!». «Bocciato!» ribatté severo il professore. «Torna un’altra volta».
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