La rielezione a presidente USA di Trump, anche se non auspicata da molti, tuttavia non era così improbabile come forse in troppi pensavano.
Nella logica che informa la potenza americana non cambierà molto perché è la logica di qualsiasi altri impero sorto nella lunga storia dell’umanità. Certo ci possono essere e ci sono delle indubbie differenze tra un imperatore e l’altro, ma non così marcate da capovolgere, o peggio sovvertire, gli assetti sociali, politici ed economici sui quali si regge ogni dominio che abbia come centro gravitazionale la sue esistenza, il peso nel mondo e la volontà di potenza che lo contraddistingue. Pertanto continueremo ad assistere al suo interno alla crescita delle disparità tra ricchi e poveri e all’esterno a politiche intese a ribadire la propria superiorità rispetto alle altre nazioni. Magari, come ha promesso il tycoon questo avverrà senza intraprendere nuove guerre, ma se dovesse succedere non sarà perché sia meno bellicista di chi lo ha preceduto, ma solo per convenienza, ricorrendo ad altri mezzi. Ce ne sono a bizzeffe di mezzi all’apparenza meno crudeli, ma ugualmente spietati per imporre le proprie ragioni. Basti osservare come agiscono i grandi gruppi multinazionali per farsene una pallida idea. Senza sparare un colpo, sono in grado di gettare sul lastrico migliaia di persone e talvolta perfino di indurle a pensare di averne anche colpa. La cosa che lascia stupefatti, ma è qualcosa che anche alle nostre latitudini è accaduto e accade, è osservare come così tante persone si lascino sedurre, affascinare da personaggi di carta pesta, ricchi, egocentrici, volgari, millantatori che lucrano sull’ignoranza di quanti li osannano. Purtroppo c’è da aggiungere che anche i loro competitor non brillano per idee, visioni e proposte che siano realmente alternative a quanti ovunque nel mondo si propongono come risolutori dei problemi che loro stessi creano con le loro esistenze dorate e la loro smania di potere e di dominio sulle persone. Certo davanti a un pubblico adorante e cieco uno come Trump può ben sostenere, e magari crederci davvero (sic!) che dio (ma quale Dio?) gli ha salvato la vita (con riferimento all’attentato occorsogli) perché avrebbe una missione da svolgere. Non è il primo e temo non sarà l’ultimo a definirsi messia… Mala tempora currunt sed peiora parantur.
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