Le immagini di morte trasmesse in TV, in rete e attraverso i vari mezzi di comunicazione pare non riescano a indignarci tanto da mobilitarci in massa per chiedere la cessazione di ogni violenza, la fine di ogni guerra e che sia posta fine alla sofferenza di migliaia di persone innocenti.
Mi riferisco a Gaza e all’Ucraina ma anche ad altri contesti di guerra meno raccontati. La domanda che prendo dal salmo 13, che sento profondamente mia, immagino sia la stessa di chi la violenza, la sofferenza e la morte la vive sulla propria pelle, nella propria esistenza. Il fedele del salmo ricordato domanda conto a Dio fino a quando continuerà a dimenticarlo, a nascondergli il suo volto. È una supplica che scaturisce dal profondo dell’interiorità di ciascun uomo o donna che si trovi a vivere nell’angoscia di situazioni all’apparenza senza vie d’uscita. Poco importa come è nominato il Dio a cui si rivolge o se ritenga di non avere alcun Dio a cui rivolgersi. Il dolore tutti accomuna in una domanda angosciante che sovente non ha risposta. Non perché Dio non senta o non ascolti, ma perché noi, quanti potrebbero intervenire a far cessare tutto ciò che causa male, dolore, sofferenza, restiamo sordi. E sordi sono i responsabili dei popoli, i governanti, quanti hanno il potere di intervenire e non fanno niente, quando non addirittura ne sono i principali responsabili di quanto sta accadendo. Io mi domando se coloro che pianificano ed eseguono le sentenze di morte nei confronti di così innumerevoli innocenti nel territorio di Gaza abbiano un cuore. Se hanno figli e se sono in grado di guardarli negli occhi dopo aver contribuito ad ammazzare donne, vecchi e bambini e averli affamati. Mi domando se coloro che potrebbero porre fine alla guerra in Ucraina si pongano mai domande sul senso della vita, la dignità delle persone, se abbiano una coscienza ancora capace di farli pensare, oppure se abbiano, per così dire, inserito il pilota automatico nel loro operare di morte.
Fino a quando, Signore, continuerai a dimenticarmi?
Fino a quando mi nasconderai il tuo volto?
3 Fino a quando nell'anima mia addenserò pensieri,
tristezza nel mio cuore tutto il giorno?
Come è possibile che schiere di uomini in armi possano ancora credere che la guerra, i crimini contro l’umanità, le stragi possano realizzare un mondo migliore, più giusto?
Non è forse questo che credono coloro che fanno la guerra?
Pensano di poter costruire un mondo a loro misura sull’ingiustizia e non si avvedono che seminano, assieme a morte, odi profondi che precorrono ulteriori violenze in futuro. Il mondo non avrà pace alcuna fino a quando non impareremo a guardarci negli occhi e, riconoscendoci fratelli in umanità, impareremo la faticosa ma entusiasmante possibilità di accoglierci nella diversità senza voler dominarci gli uni gli altri, ma camminare assieme verso la costruzione possibile e necessaria di un’umanità riconciliata, disarmata e disarmante nel linguaggio, nei gesti e nelle azioni. Allora potremo cantare ancora con il salmista:
Ma io nella tua fedeltà ho confidato;
esulterà il mio cuore nella tua salvezza,
canterò al Signore, che mi ha beneficato.
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