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QUANTO RESTA DELLA NOTTE?
Scritto da Piergiorgio |
Letto 3080 volte | Pubblicato in Il mio blog
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Il nuovo anno è iniziato all’insegna di una tenue speranza legata alla somministrazione del vaccino anti Covid, ma basta questo per poter affermare che questo sarà anche un nuovo anno?

Dire anno nuovo o nuovo anno non è la stessa cosa. La prima dizione si limita alla presa d’atto che abbiamo girato una pagina del calendario, la seconda che ci siamo incamminati verso una direzione nuova di vita. Non pare proprio che sia così. Le resistenze a intraprendere un cammino che sia nuovo davvero sono molte e assai diffuse. La paura ci frena impedendoci di affrontare con coraggio il cambiamento necessario perché, ammaestrati dal nostro passato e dagli esiti della pandemia, tutti ci si impegni nella costruzione di una società più giusta, fraterna, capace di prendersi cura delle persone, a partire dalle più provate, fragili e boccheggianti, anziché continuare nell’illusione che ci ha sorretti a lungo che ci ha visti interessati al proprio personale vantaggio e interesse, incuranti della sorte degli altri. Le tragedie che vivevano altre persone, dalle guerre, alla fame, alla mancanza di diritti ci sono sempre apparse lontane e questo bastava a cullarci nella illusione che a noi non sarebbe mai toccato in sorte provare in prima persona cosa significa precarietà, mancanza di prospettive per l’avvenire, fragilità personale, famigliare e sociale; mortalità. La pandemia ha rappresentato un brusco risveglio, per molti, benché ci siano ancora non poche persone che non ne avvertano ancora tutta la tragicità, quasi che ne fossero stati solamente sfiorati. A differenza che per il passato, quando a fronte di altre terribili pandemie che si sono abbattute sull’umanità, oggi abbiamo molti più strumenti per farvi fronte, anche se non ancora risolutivi. Tuttavia le ferite e le cicatrici che ci sono state inferte e che perdureranno ancora a lungo non ci permettono di sottovalutare quelle presente. Lascerà molte macerie dietro di sé anche l’attuale pandemia, ecco perché è urgente che ci attrezziamo non solo per contrastarla, ma ancor più per gettare le basi di una ripartenza che non può consistere in una ripetizione degli errori e orrori del recente passato. Ne usciremo migliori a condizione che sappiamo mettere al centro la persona umana assieme all’ambiente e a uno sviluppo economico e sociale nel quale sia bandita ogni sorte di povertà, di violenza, di guerra. Solo se perseguiremo come fine la felicità di tutti e di ciascuno potremo dire di avere iniziato un nuovo anno. Difficile dire quanto resti ancora della notte che ci avvolge, di certo non sarà l’auspicio a che termini al più presto a far avanzare il nuovo giorno, quanto l’impegno fattivo, solidale e fraterno a camminare assieme, a portarci oltre l’attuale negativa situazione. Il libro dell’Esodo racconta che nessuno di quanti avevano intrapreso il viaggio di liberazione dall’Egitto giunse nella Terra promessa, ma quanti vi giunsero lo poterono fare grazie a quanti lo iniziarono. Forse sarà così anche per noi. Forse che non valga per questo la pena intraprendere il cammino verso la realizzazione di una nova umanità in cui figli nipoti possano ritrovarsi più umani e fratelli? Buon cammino!

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