Viene spontaneo domandarsi in quale mondo vivano i nostri governanti. Quelli di oggi, ma pure quelli di ieri,
perché non tutto, chiaramente, è attribuibile a chi governa in questo momento. Ci sono dei mali che sono antichi, semmai il momento presente li evidenzia più che in passato. Prendiamo, per fare un solo esempio, la situazione della sanità. Che sia in atto un peggioramento da tempo di questo servizio così importante ed essenziale è sotto gli occhi di tutti, o per dire meglio, è nell’esperienza sofferta di molti. Si renderebbe necessario un cambio di paradigma profondo, con investimenti consistenti, sia in termini di risorse finanziarie che umane, per dare attuazione a quanto previsto all’art 1 della legge di istituzione del servizio sanitario nazionale del 1978: “La Repubblica tutela la salute come fondamentale diritto dell'individuo e interesse della collettività mediante il servizio sanitario nazionale. La tutela della salute fisica e psichica deve avvenire nel rispetto della dignità e della libertà della persona umana. Il servizio sanitario nazionale è costituito dal complesso delle funzioni, delle strutture, dei servizi e delle attività destinati alla promozione, al mantenimento ed al recupero della salute fisica e psichica di tutta la popolazione senza distinzione di condizioni individuali o sociali e secondo modalità che assicurino l'eguaglianza dei cittadini nei confronti del servizio”.
Dalla salute intesa come diritto dell’individuo e interesse della collettività, stiamo scivolando sempre più verso una visione mercantesca nella quale la salute non è più considerata un diritto esigibile, quanto un privilegio, una possibilità/opportunità legata al reddito o a forme di assicurazione accessibili soltanto a chi ha risorse economiche per potersi permettere le cure e gli interventi necessari, nei tempi più solleciti possibili. Già oggi molte persone non possono permettersi cure indispensabili perché costrette a scegliere tra il mangiare, pagare affitto e bollette o fare una visita medica. È esperienza abbastanza comune il fatto che per accedere a visite specialistiche si deve sottostare ad attese impossibili, di mesi, mentre, pagando, le si può ottenere in pochi giorni o quasi immediatamente. Per contro abbiamo un aumento vertiginoso dele spese militari, investimenti atti ad uccidere e dare la morte o direttamente o per interposta persona, organizzazione stato che sia. Se tutto questo a chi ci governa pare logico e accettabile, penso che al comune cittadino ribolla lo stomaco. Se le cose stanno così, perché non ci ribelliamo? Se anziché al bene comune dei governati, chi governa pensa, elabora, decide e legifera in senso contrario è anche perché i cittadini non sanno più protestare e lottare per il cambiamento.