La cronaca ci rimanda di continuo accadimenti che sono come tante pietre di inciampo per chi le voglia vedere, soffermarsi a riflettere e decidere da quale parte stare. Sono del parere che il mondo potrà cambiare in meglio solo quando ciascuno di noi saprà sentire, come scriveva José Martì, sulla propria guancia lo schiaffo dato sulla guancia di un altro uomo.
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Ricevi le notifiche via email quando un nuovo intervento viene aggiunto in questa categoria.Come piangono le madri
ucraine?
E quelle russe?
Piangono come
le yemenite,
le afghane
le sudanesi
le iraniane
le etiopi
le congolesi
le haitiane
le armene
le…
Piangono come tutte le madri
del mondo:
un pianto inconsolabile
un pianto senza fine.
Si ritengono i padroni
del mondo
non si curano del destino
dei viventi
nel cuore alloggiano
disegni di morte
si trastullano con minacce
reciproche
e, sfidando la sorte,
scommettono su chi spara
per primo.
Rimarrà soltanto un deserto
con nessuno a poter raccontare
l’accaduto.
Sanguina sempre,
sanguina ancora,
la tua terra natale
Nazareno.
In nome di dio si ruba
la terra,
la dignità
il futuro sperato.
In nome di dio si uccide
si ammazzan innocenti
si stroncano vite
senza manifesta ragione
È un fratricidio che si rinnova
da tempi remoti
A quando l’avverarsi
della Parola profetica
di un popolo che più non alza
la spada contro un altro?
E quando gli uomini più
non si eserciteranno
nel farsi la guerra?
Ciò che rimane di umano,
nel mondo, soffre e piange
per così tanto dolore.