Lo scorrere dei giorni, il passare degli anni e delle stagioni, concorre a comporre la sinfonia della nostra vita. Qualche volta vestiamo i panni di direttore d’orchestra; qualche altra, somigliamo a un unico strumento e, altre ancora, ci ritroviamo spettatori.
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Ricevi le notifiche via email quando un nuovo intervento viene aggiunto in questa categoria.Un dente cariato
e crolla
un mondo di pallide luci
sperato.
Come è poco
il fossato
che separa la vita
dall’inutile sorte
di giorni impotenti
o che appaiono tali.
Non sono più
racconti
di tenebrosi orchi
serali;
sono accadimenti
sconvolgenti
quotidiani.
Di qua
o di là,
di un fronte immaginato
come buono,
per far degli altri
ostili oppositori,
si uccide
si violenta.
Ma a perdere
è sempre e solo
l’Uomo.
Si crede più uomo
più maschio
perché più violento
ed ha solo paura.
Paura di amare.
Amare
è anche perdere;
svuotarsi.
Vedersi impotente
magari.
La sua vittima
non ha volto
e neppure una storia.
È solo un corpo
da prendere, da possedere
e buttare.
Quante mani
quante dita graffianti
la volta del cielo,
nella storia
del mondo!
E quell’uomo,
quel maschio animale,
impunito
a grugnire
alla luna
un peana mortale.